MISTERI E LEGGENDE
Una celebrazione che ha anche i numeri da giocare al Lotto: è il "Festino" di Monreale
Una tradizione antica che unisce la tradizione religiosa alla festa di paese: ecco la storia di questa manifestazione dedicata al Santissimo Crocifisso
L'interno del Duomo di Monreale (foto SatyaPrem da Pixbay)
In questi giorni di festa, la piazza e le strade del paese sono addobbate a festa e colme di gente, molte delle quali si recano in chiesa per assistere alla novena che si celebra nei giorni precedenti la processione, novena che tutt'oggi ha i suoi momenti culminanti nel canto degli Inni in onore del Santissimo Crocifisso e nell'omelia che il Padre predicatore professa ogni sera.
Inoltre, è caratterizzata da manifestazioni folkloristiche promosse per intrattenere e dilettare la gente quali, le bande musicali che suonano passando per le vie del paese, le corse dei cavalli, gli appuntamenti canori con la partecipazioni di cantanti famosi, gli sbandieratori e le giostre. Le strade sono piene di colori e di luci, sia per le "luminarie" sia per le "bancarelle" piene di attrattive per i bambini e per i grandi.
Scoppi di pianto accompagnano questo succedersi disordinato di carezze. Queste scene furono descritte da Giuseppe Pitrè "…i sottostanti fanno ressa per salire anche loro, ma non trovano spazio per mettere un piede… ". L'effige del Crocifisso è poi collocata all'esterno della chiesa, sotto la Maiolica che raffigura il protettore di Monreale, qui i fedeli si accalcano dalle ore 14.00 fino alle ore 18.00 per toccare, baciare e pregare il Crocifisso.
Alle ore 18 in punto, al suono del campanello e al rullo dei tamburi, accompagnato dal suono festoso delle campane a distesa, si dà il via alla solenne processione. Fazzoletti bianchi, rossi, turchini volano dal basso verso l'alto e dall'alto verso il basso, lanciati dalla folla che li passa alle persone vicine al Cristo, le quali li raccolgono e palpano con essi delicatamente le membra adorate, poi li ripassano alla folla, che con le mani in aria, li coglie al volo, stringendole al petto ed accarezzandosi il viso, gridando: "Grazia Patruzzu amurusu! Grazia" (nda. Grazia Padre amorevole).
La processione si snoda lenta per il corso principale della città: è una marea di ceri accesi che avanza tra lo sfolgorio di luci, la pioggia di petali di rose e lo scampanio festoso delle campane di tutte le chiese. Alla processione non partecipa soltanto il popolo, ma per un lungo tratto anche le autorità civili e religiose tra cui il Sindaco, l'Arcivescovo, i comandanti rispettivamente dell'Arma dei Carabinieri e della Polizia Municipale, e buona parte del clero.
L'attuale processione si snoda lungo un percorso che per la maggior parte è quello indicato dall'Arcivescovo Venero nel 1625. La processione parte alle ore 18.00 del 3 maggio e termina alle ore 2.00 circa del giorno successivo. Durante la stessa, momenti commoventi sono, il bacio dei bambini dato al simulacro in tutte le soste, e lo sfiorare con i fazzoletti e con i fiori l'effige del SS. Crocifisso.
A conclusione della processione, fase molto commovente e partecipata dai fedeli, è quella della "ricollocazione" del Crocifisso nella sua cappella posta sull'altare maggiore. I "Fratelli" (nda. Confrati) a spalla, sempre fra due ali di folla, portano il Simulacro in chiesa, al grido: "U nostru Patri ritorna a la casa" (nda. Il nostro Padre ritorna a casa), mentre i fedeli rispondono: "Grazia Partuzzu amurusu! Grazia!"
Un consiglio: se qualcuno di voi gioca al lotto e per caso vuol giocare i numeri 1-2-3, non lo dica a voce alta. Altrimenti qualcuno risponderà sarcasticamente: "‘A festa ri Munriali…".
Se ti è piaciuto questo articolo, continua a seguirci...
Iscriviti alla newsletter
|
GLI ARTICOLI PIÙ LETTI
-
STORIA E TRADIZIONI
Lo sfarzo a Palermo, poi il furto e la crisi: i gioielli perduti di Donna Franca Florio