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Si conoscono ragazzini e lasciano la Sicilia: l'amore (all'estero) di Eleonora e Gianmario

Sono cresciuti negli anni '90 e oggi sono professionisti realizzati nei settori di loro competenza ad Amburgo. Ma non svanisce la sensazione di non essere mai a casa

Sara Abello
Giornalista
  • 21 maggio 2024

Gianmario ed Eleonora

«La nostra vita in Sicilia era quella di due ragazzi cresciuti negli anni ‘90, in una bella realtà della provincia di Enna, si usciva spesso in centro, ci si conosceva tutti, era un periodo sereno anche se nei piccoli centri spesso si sente il peso dei giudizi e dei pregiudizi, un limite che forse non ti permette davvero di esprimere il tuo potenziale», queste poche righe descrivono gli anni spensierati di Eleonora e Gianmario, storica dell’arte con un master in animazione digitale lei e ingegnere lui, da tempo residenti ad Amburgo.

Hanno entrambi quarantuno anni e sono uniti da un amore lungo, sugellato un annetto fa dalla nascita della piccola Carlotta, un batuffolo di bimba destinata a crescere bilingue e in un contesto in cui si dà molto valore agli anni dell’infanzia.

Eleonora e Gianmario si conoscono sin da ragazzi, cresciuti nello stesso contesto e studenti nella medesima scuola, la loro relazione è però nata diversi anni dopo.
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Era bella la loro vita ad Enna, ma entrambi, anche se con percorsi diversi, hanno sentito la stessa esigenza di andare via, lontano da quegli oriz- zonti un po’ limitati per loro due. A diciotto anni si sono trasferiti per studiare al nord, Eleonora si è laureata in storia dell’arte a Pisa, mentre Gianmario in ingegneria a Torino.

Un altro punto che li accomuna è l’esperienza dell’Erasmus, che ha rappresentato per tutti e due la prima "trasferta" importante che ha fatto da apripista alla loro avventura all’estero. Eleonora trascorre quel periodo in Spagna mentre Gianmario sceglie la Germania che, prima per lui e poi per la coppia, diviene casa.

Dopo gli studi infatti, Eleonora tornò per un periodo in Sicilia, a Palermo frequentò un master in Animazione digitale presso l’Accademia di Belle Arti che le ha cambiato la vita dandole la possibilità di fare oggi quello che più le piace; Gianmario invece, dopo un anno di lavoro in Cina, sceglie di tornare stabilmente a vivere in Germania.

È il 2012 quando lui, dopo dieci anni di vita tedesca, si trasferisce ad Amburgo e, sempre nello stesso anno, durante una vacanza a casa, rivede Eleonora dopo un lungo periodo.

Scoccano le frecce di Cupido e inizia la loro relazione che per i primi due anni vivono a distanza fino a quando, nel 2014, lei lo raggiunge.

All’epoca Gianmario lavorava da anni in Germania come ingegnere di progetti di energia eolica offshore ed è stato uno dei primi nel settore, proprio perché in questo campo non c’erano ancora prospettive in Italia e lui aveva già molta esperienza e amore per il settore dell’energia rinnovabile.

Tutti questi fattori hanno fatto sì che fosse lei a trasferirsi, dandosi la possibilità di nuove chance lavorative nel suo campo, proprio come è stato.

Ovviamente l’impatto ad Amburgo per i due è stato differente: Gianmario viveva già da tempo in Germania mentre Eleonora approdava ad un mondo completamente differente per lingua, clima e cultura.

Nonostante tutto si sono subito resi conto del fatto che Amburgo fosse una città speciale, diversa da tante altre realtà tedesche: un luogo in cui la presenza del porto la rende aperta, internazionale e con un’aria più scandinava forse, ma certamente un riparo dalle tempeste della vita.

Eleonora ha immediatamente colto quel ventaglio di possibilità che una città dove le apparenze non contano le offriva: «ad Amburgo puoi essere te stesso e le persone sono considerate esclusivamente per le loro qualità individuali, soprattutto nel mondo del lavoro» - mi racconta.

Adesso entrambi lavorano nel loro settore di competenza, Gianmario è project manager per un’importante azienda tedesca e si occupa di progetti relativi ad impianti eolici nei mari di tutta Europa, quindi sempre nel campo dell’energia rinnovabile.

Eleonora invece lavora in una scuola bilingue italo-tedesca come educatrice e realizza laboratori di cinema di animazione, in particolar modo nell’ambito del bilinguismo come strumento a supporto della lingua italiana.

Collabora spesso con importanti istituzioni come l’Ambasciata Italiana, l’Istituto Italiano di Cultura e sovente si muove anche in altre città tedesche per realizzare i suoi workshop.

Si sono certamente integrati e possono contare tanti amici sia italiani che tedeschi, oltre a molti stranieri. Innegabile è però che la Sicilia resti sempre la loro prima casa, la loro famiglia è qui e loro tentano di tornare ogni volta che riescono.

In virtù di questo legame mai reciso con le loro origini nel 2013 hanno anche creato un canale Youtube in cui hanno raccontato la Sicilia attraverso gli occhi di chi vive all’estero e, data la loro passione per i viaggi che li ha portati tra le tante mete anche in Cambogia, sono stati ospiti persino di una trasmissione di Licia Colò.

Quello della pandemia è stato forse il periodo più duro da quando vivono all’estero perchè non solo non potevano viaggiare, soprattutto non potevano tornare a casa.

Cittadini del mondo sì, ma per il momento stabilmente residenti ad Amburgo per dare alla loro bimba la possibilità di crescere in un bel contesto, anche se...il loro cuore è sempre in Sicilia e le conversazioni in casa sono spesso orientate a fantasie di un potenziale ritorno.

Il cuore non è mai completamente sgombro dal pensiero di poter tornare un giorno nella terra del sole, perchè come mi racconta Eleonora, per quanto integrati non ci si sente mai completamente a casa.

Al contempo però, dopo tutti questi anni, esiste anche un’altra verità, che è quella di non sentirsi mai veramente al proprio posto nemmeno quando sono in Sicilia.

La loro è una situazione esistenziale comune ai tanti italiani all’estero con cui mi sono confrontata: una condizione di "sospensione" che non ti permette di sentirti mai veramente a casa.

Sono le esperienze di vita vissuta che cambiano nel profondo e plasmano perchè vivere all’estero inevitabilmente condiziona la mentalità, il modo di vedere il mondo, e ci si rende conto di tutto ciò proprio quando si torna nel proprio paese di origine.
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