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Sfincione, sale, stigghiole, ce n'è per tutti i gusti: i lapini (in miniatura) di Marco Burrascano

Vi sembrerà di essere a Ballarò o in Vucciria, o semplicemente fermi ad un incrocio di un qualsiasi quartiere palermitano. Sono un "must" della tradizione siciliana, adesso anche per modellisti

  • 10 agosto 2021

Vi sembrerà di essere a Ballarò o in Vucciria, ma anche semplicemente fermi ad un incrocio di un qualsiasi quartiere palermitano, perché i lapini sfrecciano per Palermo come i ghepardi nella savana, sono dappertutto. ''Sfincionari'', fruttivendoli, ''panellari'', ''bombolari'', imprese di traslochi, ''stigghiolari'', idraulici, venditori di ''pullanchelle'', tra le ''lape'' di Marco Burrascano ce n'è per tutti i gusti.

Ma cosa hanno di particolare questi lapini? Sono in miniatura, con una lunghezza più o meno di 15 cm. Ebbene sì, Marco Burrascano, medico geriatra palermitano, realizza modellini di ''lape''. In barba al modellismo serio che pure apprezza, a lui interessa ''strappare un sorriso alla gente'': «Da poco ho creato il mio profilo su Facebook e condivido ogni giorno un lapino, per dare il buongiorno con il sorriso», ci racconta.
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Marco trae ispirazione dalla vita quotidiana a Palermo, perché il lapino, si sa, è uno dei simboli della città, e anche dai suoi ricordi di infanzia: «Sono nato al Papireto e me ne vanto – ci dice – sono sempre stato a contatto con gente della strada, amo questo mondo».

La passione simpatica e creativa nasce qualche anno fa per caso e da allora Marco non smette di realizzare i lapini con i materiali più improbabili, evitando gli sprechi: «Utilizzo solo materiale riciclato, giocattoli rotti, fialette per le bottiglie di birra – ride – metto da parte quello che viene buttato, non c'è niente di comprato, infatti li chiamo ''biolapini'', perché riciclo gli scarti degli amici, dei parenti».

Marco vive il modellismo come un momento di evasione e divertimento, data la sua professione: «Sono un medico, porto a casa i problemi dei pazienti, penso sempre a loro. In qualche modo devi distrarti e io mi distraggo così», ci racconta. Ha realizzato due serie, una che ritrae la vita quotidiana a Palermo e un'altra ospedaliera, sempre in senso umoristico: «Sono vignette in 3D», ci dice. Ha fatto diverse mostre, al Palace Hotel, all'ospedale Ingrassia e ha anche collezionato dei premi: «È un modellismo diverso, perché non è serio, le persone appena vedono i lapini, iniziano a ridere, e per me questo è molto bello», ci racconta.

Tra le vignette in 3D della serie palermitana, su ogni lapino compare un cartello, che ha le più svariate scritte: ''Si fanno sbarazzi e traslochi'', accompagnata da lavatrici e poltrone vecchie; ''Broccoli e carfioci'', e accanto il fruttivendolo che legge il giornale; ''U dash è u mègghiu i tutti'' non può mancare sull'Ape detersivi.

Arriva poi il momento del rivenditore di oggetti 'usati' che scrive con fierezza ''Tutto arrubbàto onestamente'', lo ''sfincionaro'' che scrive ''W Santa Rosalia!'' e infine il must, il migliore amico del 2020 che disturbava tutte le videochiamate su Microsoft Teams o su Google Meet, col suo megafono: ''Accattativi u sali, u sali ca cci vuole!''. Insomma, tutto quello che vediamo per strada, Marco è in grado di riprodurlo, utilizzando gli oggetti più impensabili e creando personaggi
caratteristici.

La piccola e colorata Ape Piaggio conquista tutti: «Rita Borsellino ha visto i lapini a una mostra e mi ha contattato, ha voluto che partecipassi con i lapini alla giornata dedicata al fratello e così siamo diventati amici», ci racconta Marco. I modellini di Burrascano non sono ''solo'' simpatici, ma valorizzano il folklore e la sicilianità, assumendo un valore culturale, oltre chiaramente a strappare un sorriso. È una vera e propria immersione nell'anima più intima del siciliano.
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