AMBIENTE
Sembra l'albero degli antenati di Avatar: "in volo" (sull'Etna) nei rami dell'Ilice di Carrinu
Circondato da un noccioleto, è il leccio più antico del Parco dell'Etna. L'età stimata è di oltre 700 anni. Eccolo in tutto il suo splendore ripreso da un drone in un video
A realizzare il suggestivo video è Emilio Messina, guida naturalistica e fotografo paesaggistico, che ha pubblicato il video su Facebook ricevendo numerosi apprezzamenti e commenti entusiasti.
C'è chi paragona l'albero a quello delle anime dell'universo immaginario di Avatar, il film di fantascienza diretto da James Cameron che si ispira a un glicine giapponese realmente esistente. Qui la "cascata color lilla" è sostituita da un altrettanto eccezionale "cascata" di rami dal fogliame di colore verde scuro.
L'Ilice di Carrinu è infatti un albero di leccio (Quercus ilex), che si trova a 937 metri all'interno del Parco dell'Etna, nel comune di Zafferana Etnea. Cresce su un suolo vulcanico, circondato da un noccioleto ed è il leccio più antico dell'Etna.
«Stare al cospetto di questo antico patriarca è davvero qualcosa di unico - spiega Emilio -. E utilizzo il termine "patriarca" non a caso perchè per questo esemplare è stata stimata un'eta di circa 700 anni.
Fino a metà del Novecento la zona in cui sorge l'albero era frequentata da contadini e carbonai, infatti non è raro trovare nelle vicinanze tracce di come si produceva una volta il carbone».
«Da guida naturalistica e da studioso - aggiunge - ci tengo sfatare un mito che purtroppo moltissimi articoli riportano in modo errato, parlando di questo albero vetusto si legge spessissimo dell'albero dai rami più lunghi al mondo, cosa assolutamente non vera.
Ci sono in natura esemplari di Ficus che hanno rami lunghi anche il doppio. In ogni caso è un albero di una maestosità unica, che è sopravissuto su uno dei vulcani più attivi al mondo e va salvaguardato alla pari di un monumento nazionale».
L'ilice può essere raggiunto da un sentiero pedonale che inizia a monte dell'abitato di Zafferana Etnea, dalla contrada Dagalone, e da una pista di proprietà del Corpo Forestale che inizia dalla borgata Caselle, nel comune di Milo.
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