PERSONAGGI
Quella volta in cui fu premiato in Sicilia: il Coronavirus si è portato via Luis Sepúlveda
Ha avvertito i primi sintomi lo scorso 25 febbraio e dopo due giorni è stato ricoverato. Della Sicilia disse: «Onore al merito della Sicilia, terra di accoglienza e tolleranza»

Luis Sepúlveda
Non amava la cronaca puntigliosa, credeva che la letteratura fosse finzione e intrecciava i fili della narrativa per dare vita a personaggi picareschi e trame avventurose inzuppate di passioni e ideali. I suoi ovviamente, quelli per cui aveva lottato, viaggiato e infine scritto.
Nel 2016 Sepúlveda fu invitato a Catania per la consegna del premio Sicilia e durante la standing ovation dei suoi tantissimi fan accorsi all'anteprima nazionale del nuovo romanzo "La fine della storia" disse: «Onore al merito della Sicilia, terra di accoglienza e tolleranza, alla quale rendo omaggio facendomi portavoce di Amnesty International e Medici senza frontiere, due organizzazioni con le quali sono orgoglioso di collaborare».
Autore di libri di poesia, «radioromanzi» e racconti – oltre allo spagnolo, sua lingua madre, parlava correttamente inglese, francese e italiano – ha conquistato la scena letteraria con il suo primo romanzo, "Il vecchio che leggeva romanzi d'amore", apparso per la prima volta in Spagna nel 1989 e in Italia nel 1993. Amatissimo dal suo pubblico, in particolare dai lettori italiani, ha pubblicato da allora numerosi altri romanzi, raccolte di racconti e libri di viaggio, tra i quali spicca "Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare".
Agli inizi di febbraio 2020 Sepúlveda viene contagiato dal Coronavirus. Avverte i primi sintomi di COVID-19 il 25 febbraio e due giorni dopo viene ricoverato al Central University Hospital of Asturias di Oviedo, dove muore il 16 aprile seguente.
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