AMARCORD
Quando la guardi pensi subito all'estate: (è bianca) e in Sicilia "sopravvive" da decenni
Utilizzata quando le temperature superano i 30 gradi, basta vederla per capire che la bella stagione è arrivata. Oggi però rischia di diventare un vecchio ricordo
Alcuni colori per noi hanno un significato preciso. Sfido qualsiasi palermitano a non associare il giallo alla propria città. Palermo è gialla, dalle prime luci dell'alba, quando la luce si riflette sugli edifici con le persiane ancora chiuse, fino a tarda notte, quando le calde luci dei lampioni si fondono con il buio delle strade.
Poi ci sono gli odori, che ci riportano a ricordi spesso felici. Potrà sembrare strano, ma per noi la domenica a casa della nonna sa di silenzio e milinciane fritte, un odore che in pochi al mondo possono capire se non lo associano a questo ricordo.
Utilizzata principalmente quando le temperature iniziano a superare i 30 gradi, basta vederla davanti a qualche casa per capire che l’estate è arrivata.
Due sedie per l'esattezza, una per accogliere l'amico o l'amica o il vicino o la vicina, per poi trascorrere un pomeriggio di curtigghio ammirando il passio della zona, mentre la TV è messa massimo volume anche se non c’è nulla di interessante, ma almeno "tiene compagnia".
Un vero must dell’arredamento, soprattutto nei piccoli bar di paese, che iniziavano a popolarsi dopo la classica pennichella pomeridiana. Dopo aver preso il sole nelle ore più torride, con i segni di sgretolamento del caldo ben visibili, queste sedie erano pronte a sostenere intere partite di briscola, scopone o burraco.
Utilissima anche per il mare, nonostante io stesso ne ritenga la scomodità nel trasportarla. Non era raro trovarla in spiaggia, accanto a quello che sembrava un mini accampamento con tavolo, radio e mini barbecue, pronto a sfamare un intero nucleo familiari composto da diverse generazioni.
Ma l’habitat naturale della sedia di plastica è la villeggiatura in campagna, dove tutt’oggi sopravvive con orgoglio. Che sia un giorno di arrustuta o di relax totale, la ritieni da subito come la tua isola felice. Dove ti siedi la mattina e la lasci a notte fonda, sotto un cielo stellato, dopo aver messo una giacchetta per il calo delle temperature, mentre ti ritrovi seduto in cerchio a fare discorsi filosofici che il giorno dopo avrai già dimenticati.
E se a Natale non c’è più posto a tavola? Tranquilli, la nostra sedia di plastica resiste anche al freddo.
Queste immagini oggi sono rare e sopravvivono in certe zone e circostanze. Ma è bello ricordarle perché fanno parte della nostra storia, vissuta da tutti, e che oggi condiviamo con un po’ di malinconia in più.
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