LIBRI
Storie di uomini e tonni: "L'ultima muciara" di Ninni Ravazza
Per chi ama il mare, ma anche per chi non frequentandolo ne apprezza le sue storie, Ninni Ravazza, giornalista e subacqueo, saggista e autore di pubblicazioni sulle tradizioni marinare, con “L’ultima muciara: storia della tonnara di Bonagia” (ed. Maurici - pagg. 106, 15,00 Euro), apre una finestra su un mondo ormai quasi del tutto scomparso, quello delle cialome e dei rais, in una sola parola dei “signori dei tonni”. Molti si chiederanno quanto di signorile ci sia nelle camere della morte, ma è proprio qui il punto. Una prospettiva che Ninni Ravazza affronta con le documentazioni della dismessa tonnara di Bonagia e dei suoi molti volti passati, tra i quali spicca su tutti quello del rais Mommo Solina. Non solo storie di uomini però, perché il mare abitua anche a misteri - come quello dell’isola che non c’è - alle tragedie e al mito, agli strani animali, come lo squalo Mako - detto pure "pescetonno" – o quello bianco, temibilissimo, ma anche agli innocui, nonostante i nomi, squali Elefante e Volpe. E poi altre creature, quelli che i pescatori non vorrebbero in tonnara, per sicurezza non dell’uomo ma degli animali stessi, come le tartarughe marine - la “Caretta caretta” o la ben più rara “tartaruga cuoio” - ma anche i giocosi delfini.
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Un particolare su questi viene raccontato da Ravazza, nel mezzo della stagione di pesca del 1991, e sembrerebbe quasi una “fabula del mare” se non fosse confermata dalla testimonianza di almeno una sessantina di tonnaroti di Bonaria: «una mattina i pescatori… in tonnara trovarono un giovane delfino che si aggirava nelle camere di levante; nella notte si era separato dal resto del branco… Il delfino prigioniero nuotava disperato cercando l’uscita, ed il resto del branco continuava ad aspettarlo dall’altra parte delle reti; continuamente decine di musi appuntiti spuntavano dall’acqua fissando galleggianti e pescatori, come aspettando un aiuto. Per tutta la giornata il delfino continuò a nuotare… “Andiamocene, stanotte troverà la libertà”, disse il rais Mommo lasciando la tonnara per tornare a terra. La mattina dopo invece il giovane delfino era ancora là… I pescatori fecero quello che era possibile, tagliarono qualche metro di rete per indicare la via della libertà… i sommozzatori gli nuotarono accanto… tutto fu inutile. A sera i pescatori se ne tornarono a casa... La mattina del terzo giorno nessuno vide la pinna del delfino aggirarsi tra i cavi galleggianti – “Brutto segno” disse il rais – … il delfino era tutto imbrogliato in un lembo di rete che galleggiava… non appena lo afferrarono si accorsero che respirava… stremato per i tentativi di liberarsi ma vivo. Non ci fu bisogno di ordini, … il giovane delfino venne liberato… e portato… fuori dalla tonnara. Il branco gli fu immediatamente attorno… poi i delfini fecero un veloce giro accanto alle barche quasi toccandole col muso e infine sparirono nel mare blu». Interessanti sono anche le testimonianze fotografiche, i disegni, le carte, alcuni frammenti delle cialome, il lessico. La tonnara di Bonagia, una delle più antiche ma anche delle meno conosciute, nella stagione 2003 ha catturato tonni di piccole dimensioni, poi le muciare, che tanta vita e morte unite insieme hanno vissuto, sono state tirate in secco. Forse per sempre. Questo libro le restituisce alla loro essenza originaria, alla competizione mista al rito, in un mare palcoscenico della nostra millenaria storia.
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