ARTE E ARCHITETTURA
Marco Colazzo: in forma di marionetta
Si è inaugurata proprio nel cuore della Vucciria la quarta personale di un artista romano, Marco Colazzo (Roma, 1963) la cui pittura sorprende per la capacità di conciliare tratto informale e dettaglio fotografico. La mostra, allestita negli spazi della galleria francescopantaleonearteContemporanea (Via Garraffello 25, visitabile fino al 31 marzo, giovedì dalle 16 alle 20 gli altri giorni su appuntamento; info ai numero 091.332482 e 091.326393; sito internet www.fpac.it) è nata da un’idea di Alessandro Bazan, dalla sua ammirazione per la pittura di Marco Colazzo che definisce “gentile e disincantata”. Marionette e pupazzi iperrealistici realizzati con precisione fotografica emergono su un fondo informale, dandoci l’impressione che all’esattezza della rappresentazione pittorica non possa che corrispondere il caos della realtà.
La sua, come scrive Bazan, “è una pittura a 360°, dove l’atto automatista converge nel bersaglio dell’approfondimento pittorico”. Proprio la foto viene usata da Colazzo come modello per i suoi quadri, come punto di inizio per la creazione della sua pittura. L’artista rifiuta di rappresentare le persone, per dipingere, nel modo più realistico possibile, le loro paure, gli incubi e irrequietezze sottoforma di pupazzi, di personaggi che fanno parte di una realtà ludica. Il gioco della pittura si fa cinico e spietato e le marionette ci guardano con occhi sbarrati, quasi sconvolti come se fossimo stati noi a spaventarli con la nostra strana presenza. Il vero clown è quello sulla tela oppure siamo noi, legati alla nostra “normalità”, ad essere comici, strani o addirittura ridicoli?
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