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Liquid Sky: 20 anni di musica nel segno della contaminazione

«Il nome Liquid Sky è un riferimento al titolo di un surreale film del 1982, ritenuto una delle migliori espressioni dell’estetica e della mentalità new vawe»

  • 8 dicembre 2003

Ogni mercoledì sera al Ccp Agricantus (via XX Settembre 82/a, Palermo) appuntamento fisso con Liquid Sky: “ascolto danzante” a ingresso libero che a partire da mezzanotte si terrà nel dance floor del locale. L’iniziativa ha preso il via il 3 dicembre ed è ideata dal Dario Caneba alias dj Mitrow (che preferisce però definirsi un “selecter”). Sarà lui a proporre una serie di brani con l’intento di ripercorrere lo scenario musicale che va dagli anni’80 al panorama contemporaneo.  «Il nome Liquid Sky - spiega Caneba -  è un riferimento al titolo di un surreale e psichedelico film del 1982, ritenuto una delle migliori espressioni dell’estetica e della mentalità new vawe». Ed è proprio la new wave il punto di partenza di questo progetto, considerata come la corrente in cui, a partire dalla prime sperimentazioni di maestri del calibro di David Byrne e Brian Eno, ha avuto inizio la vera e propria “contaminazione musicale”.

Prima di allora infatti la fusione di generi diversi era soltanto praticata da artisti isolati e riservata a un pubblico di nicchia. Con la new wave invece il crossover diventa musica di massa e “pop-olare”. Il filo conduttore di questo lungo percorso, al cui interno sarà proposta la musica più varia, è però l’elettronica, vista da Caneba come «il mezzo che ha favorito e incentivato l’uso della contaminazione, sin dai primi tentativi dei Kraftwerk e di altri artisti alla fine degli anni ’70». Liquid Sky non è però un’iniziativa isolata: «Essa infatti – conclude Caneba – è organizzata in prospettiva di una serie di incontri promossi dall’Agricantus che prevedono la partecipazione di dj di tutta Italia, e che dovrebbero tenersi a partire dal febbraio 2004. Ancora non c’è nulla di certo, ma l’intento è quello di creare un circuito che metta in contatto tutte le realtà della penisola e che porti la cultura dei club a Palermo».

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