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La "Malavita" dei Baustelle allo ZsaZsa

  • 7 dicembre 2005

Sempre alla ricerca di nuovi stimoli e formule musicali che possano al contempo far divertire e riflettere il popolo della notte palermitano, ZsaZsa Mon Amour (via Angelitti, angolo piazza Campolo) e l’Associazione culturale ZL, propongono per venerdì 16 dicembre alle ore 22, una tappa del "Malavita tour" dei Baustelle. Un concerto che lascerà il segno, portando a conoscenza del grande pubblico dei club di tutta la penisola le sonorità agrodolci della band di Montepulciano, che in "La Malavita", loro terzo album uscito lo scorso 21 ottobre ed adesso accompagnato dal single "La guerra è finita", si mostra più matura e forte delle precedenti sofferte esperienze (biglietto 10 euro + 1 euro per diritti di prevendita, acquistabile da Crush, Supersound, Master Dischi, Ellepì, BoxOffice di Ricordi Mediastore). Dopo il concerto, giusto per non lasciare che la temperatura si raffreddi, il dj set con Mr. Sinclair, Dj Naif e Sergio Cataldi, fra i consollisti più richiesti della scena clubbistica palermitana, con il loro accattivante repertorio elettrovintagedance.

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Così i Baustelle presentano il loro lavoro discografico sul proprio sito: «Ci sono stati degli abbandoni, tristi e dolorosi, ma si sa, la vita è così. Se dovessimo stare a piangere su ogni amante lasciato al binario del treno, saremmo tutti disidratati o suicidati da tempo. Ci sono nuovi arrivi, che conoscerete presto, insieme agli stimoli e alle idee che si sono portati in valigia, ad arricchire la famiglia. Qualcuno dirà che siamo cambiati e qualcuno che non siamo cambiati abbastanza. Fanculo». E saranno i profondi occhi verdi di Rachele e la sua voce fredda e struggente - «"La Malavita" è un disco che mi fa ridere e piangere. Il disco che sento più vicino, per le musiche, per gli strumenti, per i temi affrontati, per i violini, per le chitarre, per le voci, per come è nato» -, sarà l’aria "maudit" di Francesco - «È la prima volta che, riascoltando un disco appena fatto, non mi metto a pensare "questo sarebbe stato meglio così, quell’altro cosà"…» -, sarà la disarmante sincerità di Claudio B. - «"La Malavita" è, dopo "Sussidiario", l’album che ho sempre sognato di fare. Probabilmente se avessimo saputo suonare sarebbe stato quello che avremmo voluto tirar fuori dal Sussidiario, ma non ci siamo riusciti» - e la voglia di rivalsa di Claudio C. - «Venivo da una esperienza musicale troppo sofferta, che mi aveva lasciato il segno e avevo deciso di farla finita con la musica. Avevo ceduto le batterie, i synth e buona parte delle macchine dello studio di registrazione… » -, ma la loro musica è proprio la sintesi delle loro emozioni, del loro impegno e del loro divertirsi a fare quello che fanno. Soprattutto se Rumore ha definito "La Malavita" come "l’evento discografico più importante dell’ultimo decennio" e già nel 2004 si leggeva su Blow Up a loro riguardo "maledettamente belli... Poeti del malessere della vita" una svolta per la musica italiana degli ultimi anni".

Nome derivato da una parola tedesca - con la didascalia "da pronunciare in assoluta libertà" - il loro progetto nasce nella seconda metà degli anni Novanta, e dopo la rituale trafila di demo, nel 2000 l’esordio discografico con "Sussidiario illustrato della giovinezza" (per la produzione artistica di Amerigo Verardi), si guadagna importanti riconoscimenti ("Miglior disco italiano d’esordio" per "Musica & Dischi", Premio "Fuori dal Mucchio" organizzato da "Il Mucchio Selvaggio") suscitando grande curiosità ed apprezzamenti fra pubblico ed addetti ai lavori per la sua (ri)costruzione di quarant’anni di pop: vi si ritrovano infatti la canzone d’autore francese ed italiana, l’elettronica, la new wave, le colonne sonore anni Sessanta-Settanta, la bossa nova. Dopo tre anni ed un cambio di etichetta discografica, nel 2003 arriva il secondo album, "La moda del lento", registrato e mixato in diversi studi, fra cui le Officine Meccaniche di Mauro Pagani, che prosegue, amplificandolo, il percorso intrapreso con il precedente: canzone d’autore e pop ancora con la collaborazione di Verardi in veste di co-produttore artistico. Ed anche questa volta il cd riceve un ottimo consenso fra critica specializzata e non. "Love affair", primo videoclip estratto dall’album, entra in programmazione su Mtv, all’interno della fascia serale-notturna, ed in breve supera le più rosee aspettative, venendo "promosso" nel palinsesto diurno dell’emittente. Altra tappa importante della loro carriera, in occasione del Meeting delle Etichette indipendenti del novembre 2003, il conseguimento del Premio Musica Indipendente come "Miglior gruppo dell’anno" (alla sua prima edizione). "Arriva lo ye-ye" è invece il video del 2004, accompagnato - quasi contemporaneamente - da un cd single, contente un remix a cura dei Delta V. Nel 2005 questo nuovo "La Malavita" - registrato da Carlo Rossi, storico produttore del rock italiano -, contiene undici canzoni-manifesto del male di vivere di cui i Baustelle rappresentano l’insofferenza: più teso, rock e potente del precedente, reduce appena lo scorso novembre dalla trasmissione "Marquee Moon" (un programma di musica "aliena" in onda su RadioFM ed in streaming sul relativo sito), esso sintetizza con eleganza tutta italiana il "wall of sound" di Phil Spector (con tanto d’orchestra d’archi impegnata in sei pezzi), le colonne sonore dei "poliziotteschi", Gainsbourg, la canzone d’autore italiana, il punk primordiale newyorkese di Modern Lovers, Television, Blondie e Ramones.

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