SPORT
L’ombra di Amauri è ancora presente
Non drammatizzare. In fondo la classifica ci sorride ed il Palermo, visto nella tragica notte di Catania, ha dimostrato di essere vivo. Guidolin, al termine dell’incontro, ha imputato la sconfitta contro l’Empoli (quarta giornata di ritorno) ad un calo di forma. Ci può stare ma, ci scuserà il bravo tecnico di Castelfranco Veneto, non ci convince del tutto. Se alcuni elementi sono i sosia dei formidabili giocatori di inizio anno, e ci riferiamo a Bresciano e Di Michele su tutti, alcune cosette sul piano squisitamente tattico non vanno per il verso giusto. Più di uno spettatore presente allo stadio Barbera si sarà accorto che questa squadra continua a riproporre una serie infinita di passaggi tra i tre centrocampisti che sfociano nel lancio lungo alla ricerca di un giocatore che non c’è. Per dirla tutta il Palermo attuale dà la sensazione di giocare con il fantasma di Amauri in campo. Il brasiliano, lo sappiamo tutti, faceva reparto da solo e con la sua mole unita ad una indiscutibile tecnica riusciva a far salire la squadra ed a finalizzare a rete quelle palle traballanti in area. Rottosi Amauri, abbiamo la sensazione che Guidolin abbia apportato ben pochi correttivi al suo gioco. Caracciolo non è Amauri e mai lo diventerà. I continui e, a volte, snervanti lanci lunghi lo espongono a brutte figure che il “pennellone” milanese non sembra gradire. Il Caracciolo va servito con un gioco filtrante che metta in moto la sua progressione, con un gioco sulle fasce che gli catapulti palle giocabili al centro dell’area avversaria, magari con un trequartista alle spalle (Brienza) che gli detti l’ultimo passaggio.
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