ARTE E ARCHITETTURA
L’arte occidentale diventa un gioco
Dopo una presentazione di circa 20 minuti, il pubblico potrà assistere e partecipare direttamente alla performance video interattiva
Verrà presentato domenica 14 marzo alle 17 al Museo Guttuso di Villa Cattolica di Bagheria (in provincia di Palermo), nell’ambito del ciclo di incontri sull’arte contemporanea “Dalle cinque alle otto”, curato da Eva di Stefano, sotto forma di una conferenza-performance, “Iconoclast Game”, l’opera-videogioco sulla storia dell’arte occidentale dell’artista Lorenzo Pizzanelli (Firenze, 1969). Dopo una presentazione di circa 20 minuti, con l’assistenza di Fariba Ferdosi, il pubblico potrà assistere e partecipare direttamente alla performance video interattiva, cimentandosi in prima persona con i primi tre livelli del viodeogioco presentato in anteprima a Palermo dopo Firenze, in attesa di essere pubblicato nel settembre 2004 in cd-rom dalla casa editrice Vallecchi. Attraverso immagini colorate e ritmi intensi accompagnati dalla musica dei compositori elettroacustici del gruppo Centro Tempo Reale, coordinati da Francesco Giomi, si svolge una riflessione critica sulla storia dell’arte occidentale, sul come sia stata assorbita da stereotipi che ne hanno fatto spesso disperdere i significati reali.
Lorenzo, si può ancora essere icoloclasti oggi, in un’epoca in cui si crede di aver detto tutto e di essere andati contro tutto?
«Ci sono vari generi di iconoclastia; c’è quella indifferenze e inconsapevole, quasi inevitabile, a cui tutti oggi siamo sottoposti senza rendercene conto, per me quella meno interessante. E poi c’è quella consapevole, vissuta come un’arma, quella che è conscia del potere spesso fagocitante delle immagini e che si scaglia contro di esse, rivelandosi una volontà di distruzione del loro potere simbolico. Pensiamo alla distruzione dei Buddha in Afghanistan, o delle statue di Saddam Hussein buttate giù, il primo gesto compiuto in Irak all’arrivo degli americani, o ancora la volontà di demolire ancora di più il simbolo del suo potere, l’icona stessa del suo volto, mostrandolo con il barbone incolto e ormai inoffensivo in televisione. L’iconoclastia è un tema attualissimo e fondante della nostra storia e del rapporto con l’arte e con le immagini in generale. Un evento storico come il II Concicilio di Nicea (787 d.C.) in cui fu legittimato il culto delle immagini dopo anni e anni di lotte tra Oriente e Occidente, tra iconoclasti e iconoduli, è assolutamente per gli sviluppi dell’arte occidentale.»
Quali sono i tuoi riferimenti?
«Sicuramente i Futuristi, che si scagliarono contro i musei e contro il passatismo che essi rappresentavano, e poi i Dadaisti, in particolar modo Duchamp, che io ‘uso’ come protagonista dle gioco, che cercarono di abbattere tutti i luoghi comuni e gli stereotipi della cultura occidentale con il loro spirito corrosivo e irridente.»
Come mai la scelta di un videogioco per portare avanti un discorso comunque di critica molto seria verso la cultura dominante, dal punto di vista della storia dell’arte?
«Perchè credo nell’efficacia del trattare un argomento serio con leggerezza, accattivando il pubblico ma nello stesso tempo trasmettendogli un senso di sottile inquietudine, aiutato anche dalla musica, che accompagna il giocatore amplificando stati d’animo, ritmi e sentimenti, facendolo giocare ma ponendolo anche di fronte a questioni serie come la riproducibilità dell’opera d’arte, la sua riduzione a semplice gadget, oggi dilagante.»
Allora, non ci resta che assistere a questa presentazione e augurare a tutti...buona partita! Per chi volesse giocare in internet l’indirizzo del sito è www.iconoclastgame.it. “Dalle cinque alle otto” è organizzato da Museum, Osservatorio dell’arte contemporanea in Sicilia, in collaborazione con l'Assessorato alla Cultura del Comune di Bagheria, il Museo Renato Guttuso, e il Dipartimento di Studi Storici e Artistici, Dottorato di ricerca in Storia dell'Arte medievale, moderna e contemporanea in Sicilia, Facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università di Palermo.
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