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In una farsa le contraddizioni della Sicilia

  • 23 novembre 2004

In prima nazionale al teatro Crystal di Palermo (via Mater Dolorosa 64/a), martedì 30 novembre alle ore 21, l’associazione Il carrozzone presenta “Ccà c'è sempri u' suli” scritto e diretto da Anna Mauro con Marilia Chiovaro, Gino Bonanno, Maurizio Tusa, Maria Teresa Ricotta, Filippo Minneci, Simonetta Genova, Michele Giacalone, Assunta Battaglia, Ina Somma, Marisa Capone, Alessandra Bruscia, Manfredi Di Liberto, Dino Centineo, Rita Luca, Anton Giulio Pandolfo, scene di Davide Velardi, Luca Carollo e Marco Terrazzi, luci di Danilo Zisa, fonica di Antonio Sposito, allestimento di Sonia Reina e Daniele Cacciato. Il carrozzone è un’associazione culturale fondata a Palermo alla fine del 1991 da un gruppo di genitori, con lo scopo di promuovere e valorizzare attività artistiche e culturali dedicate prevalentemente ai bambini ed agli adolescenti. Fulcro delle attività dell’associazione è sempre stato il teatro e infatti sono tante ormai le commedie messe in scena dall’associazione sotto la direzione della professoressa Anna Mauro, autrice anche dei testi. La regista, socio onorario dell’International Writers and Artists associations, professoressa di Educazione Fisica, attraverso il teatro è riuscita a creare stimoli e motivazioni nei ragazzi che sempre molto numerosi, soprattutto nei suoi primi lavori, hanno calcato con lei le scene: da “Radici di sole” del 1993 con 60 attori in scena, al più recente “Da pagina 1 a pagina 29” del 2002, scritto insieme con Assunta Battaglia, con “soltanto” 30 attori sul palco.

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Autrice versatile, dalla scrittura pungente e irriverente che affonda nel sociale, presenta adesso il suo ultimo lavoro “Ccà c’è sempri u’ suli ”, ricco di un amore assai profondo per la propria terra, la Sicilia. Divertentissimo scorcio di paesaggio popolare, questa farsa è uno spettacolo di panni stesi, partite a scopa giocate in angolini improvvisati, schermaglie fra uomini e donne - gli uni che rivendicano il diritto ad oziare senza essere disturbati, le altre che li stuzzicano bonariamente. L'aggressiva prostituta, la donnina di buon cuore che sogna di diventare insegnante dell'arte dei "babbaluci" ma si accontenta di fare imparare "la lingua" a un'immigrata capitata in quel calderone mediterraneo che è il centro storico di Palermo; e poi la vecchietta accudita dai suoi familiari e ancora il venditore di sale che brontola della moglie, e il fratello che litiga con la sorella, e tanti altri personaggi che ruotano attorno al cortile di un quartiere popolare. La farsa è il mezzo per coinvolgere il pubblico con la risata e la solarità che la Sicilia esprime mentre mostra le sue molteplici contraddizioni. Il linguaggio è quello del mercato di Ballarò o di un cortile di un qualsiasi quartiere popolare della città ed ai risvolti comici nella preparazione dei “babbaluci” (le lumache raccolte da cardi spinosi), si contrappone l’amara allegoria del siciliano costretto a lasciare la sua tanto amata ma povera terra (“risucchiato” anche lui come le lumache). Stizzosi o simpatici, rissosi o menefreghisti, tutti i caratteri qui presentati sono genuini, solari, gioiosi e portatori di grande umanità come la terra in cui sono nati. Tutti gli attori in scena sono non professionisti, eccezion fatta per Anton Giulio Pandolfo.

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