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I calciatori di Baragli a Palazzo Ziino

  • 14 maggio 2007

L’evento del calcio nelle sue variegate espressioni- il corpo nello sforzo spasmodico dei muscoli, il dinamismo, la volontà e la passione - anima la mostra del pittore palermitano Guido Baragli, intitolata “Pittore e tifoso”, ideata da Gianluca Fernandez e Adele Capuano della Hartfords Solution in collaborazione con la GAM di Palermo. Promossa dal Comune e con il patrocinio gratuito della U.S. Città di Palermo, sarà visitabile fino al 30 agosto (da martedì a domenica, ore 9-19.30; chiusura lunedì), presso i locali di Palazzo Ziino (via Dante 53). Il pittore ha interpretato questo ciclo di quadri come un vero e proprio omaggio alla sua città e contemporaneamente alla sua squadra, dopo il ventennale soggiorno a Bologna. Lo stesso artista ci ha confessato che l’idea primigenia che ha ispirato il corpus dei dipinti risale a quel passato 29 maggio 2004, giorno significativo nella memoria di tutti i palermitani, quando la squadra del Palermo conquistò la serie A. L’esposizione assume dunque il duplice valore simbolico del ritorno alla sua città e di un cambiamento dal genere “natura morta”, che aveva prevalentemente caratterizzato la fase più recente del soggiorno bolognese, al rinnovato interesse per la figura umana. Il pittore sembra essere coinvolto dalla suggestione delle figurine Panini dei calciatori (antico retaggio infantile?), suggestione che lo ha condotto a realizzare i ritratti dei giocatori del Palermo, caratterizzati da un forte segno di derivazione espressionista.

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Catturati da uno sfondo verde, i dipinti spiccano sul bianco assoluto delle pareti e danno la possibilità allo spettatore di focalizzare l’attenzione sul calciatore ritratto, invitandolo quasi ad un dialogo silenzioso. Si percepisce una presenza della figura umana segnata da lineamenti duri che suggeriscono la fatica: ampie e pastose campiture caratterizzate da un colore bruno lasciano affiorare una giustapposizione dei piani che suggerisce tensione tra gamme cromatiche contrastanti. A completamento dell’intero disegno progettato da Guido Baragli vanno inseriti una trentina di dittici e trittici a tecnica mista su cartone catramato su legno nei quali gli assoluti protagonisti sono ancora una volta i calciatori impegnati nell’affrontare dure prove, come fatiche di Ercole, per il raggiungimento di un risultato che li condurrà inevitabilmente ora alla vittoria ora alla sconfitta: i giocatori sono colti nella estemporaneità dell’azione, vuoi che sia lo scontro corpo a corpo, vuoi i cedimenti delle gambe, o ancora l’ esultanza. Tutte queste immagini assumono una valenza epica tale da suggerire una composizione che acquisisce i tratti di una vera e propria arena, nella quale il principio basilare è la “lotta per la vita”; “eroi”, titani, dunque, i calciatori di Baragli, che travolti nella battaglia delineata da caratteri topograficamente individuabili come i cartelloni pubblicitari, giocano una “partita giocata nel campo dell’arte ma all’interno dello stadio di calcio” (Guido Baragli).

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