Capo Passero: sulle rovine greche e romane meglio un resort o un centro accoglienza?
Un paesaggio mediterraneo da sogno in Sicilia che oggi è oggetto di una accesa discussione: c'è la proposta di trasformare la tonnara in resort o in rifugio per migranti

L'isola di Capo Passero, un tempo penisola
Una terra, e un mare, che sono già Siti di Importanza Comunitaria per l'Unione Europea. Una terra che dagli anni Ottanta reclama di essere trasformata in una Riserva Naturale.
Questo è ciò che su facebook scrivono alcuni utenti all'indomani di una proposta che fa discutere: trasformare i magazzini della tonnara in un resort di lusso.
All'inizio dell'anno infatti il neo assessore regionale ai Beni Culturali Vittorio Sgarbi si è recato sull'isola, una volta parte della terraferma, e stando a quanto riferiscono dirigenti di Legambiente ha decretato che l'isola non è sottoposta a vincoli e che non solo ci si può fare il resort ma che tutto sommato, essendo un'isola, la si può trasformare in un rifugio per i migranti.
«Ovviamente, in un mondo che non può che continuare a fagocitare paesaggi, natura, spettacolari panorami, è arrivata la proposta di un gruppo di professionisti del Nord, di quelli ai quali della Sicilia, del Mediterraneo non gliene frega nulla - commenta Giuseppe Maria Amato di Legambiente - di quelli abituati ai resort mordi e fuggi dove arrivare con il charter da Orio al Serio».
«L'isola è soggetta sia ai vincoli del Piano regionale dei Parchi e delle Riserve che a quelli dei territori di Natura 2000 e vige anche la vincolistica del demanio marittimo - spiega Amato - inoltre l'isola non ha allaccio fognario, non ha allaccio per acqua potabile, non è collegata alla rete elettrica nè, ovviamente, a quella del metano o a quella telefonica».
«In più, per quale motivo, la stessa dovrebbe con grandi spese e impatto inimmaginabile, accogliere i migranti? Forse perchè da essa non dovrebbero scappare? Forse perchè fa bello immaginare una nuova fortezza di If, nella punta Sud di Italia?»
E infine, tra resti e rovine di epoca romana e greca, di cui l'intera area è poi ricchissima, l'isola meriterebbe non solo il vincolo ma pure la creazione di un Parco Archeologico.
«Non certo un'altra patinata residenza risultato di un'operazione che non terrebbe conto di scelte, vincoli, normative, fragilità ambientale, sostenibilità - conclude l'ambientalista - quel che è peggio è che tanti siciliani potrebbero essere pronti a sacrificare quest'altro pezzo della loro isola».
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