ATTUALITÀ
Canile al collasso: a Palermo troppi cani e poco spazio
La deputata Cinquestelle Chiara Di Benedetto ha effettuato una visita a sorpresa al canile di via Tiro a Segno, a Palermo, tra incurie, degrado e sovraffollamento
Degrado, incuria, mancanza di rispetto nei confronti degli animali: questo è ciò che è emerso dall'ispezione della deputata cinquestelle alla Camera, Chiara Di Benedetto, effettuata nella struttura comunale di via Tiro a Segno.
Dopo l'annuncio dei passi indietro di Streva e Pedicone, il Movimento Cinque Stelle non si ferma e annuncia un esposto alla Procura della Repubblica sulla gestione dell'accalappiamento dei cani e sulla loro movimentazione.
Inoltre, il Movimento ha richiesto una seria indagine al Comune, dopo che si è scoperto che l'associazione Agada, che si occupava di queste pratiche non era in possesso di alcun titolo per farlo.
La situazione del canile municipale è desolante: gli spazi sono insufficienti per l'enorme quantità di cani, la cui cifra in entrata solo lo scorso anno ha superato quota 2600, causando una situazione di sovraffollamento drammatica.
All'interno del canile, la Di Benedetto ha trovato persino due gabbie minuscole, all'interno dei quali erano stati rinchiusi due pittbull che non avevano nemmeno lo spazio per distendersi o addirittura per stare in piedi.
Sebbene, infatti, i medici facciano il possibile per gli "ospiti" a quattro zampe, fornendo tutte le cure possibili e mantenendo costante il servizio di sterilizzazione (fondamentale per la reimmissione in territorio) anche la quantità di personale è risultata inadatta.
Questo per via del licenziamento dei dipendenti Gesap, che erano per altro stati addestrati dai veterinari a procedere almeno al vaccino degli animali. Le scarse condizioni igieniche e la mancanza di adeguate strutture e di adeguati supporti è invece al fatto che il rapporto tra le reimmissioni nel territorio e gli ingressi nella struttura è negativo.
Dopo questa visita, che ha avuto un esito palesemente disastroso, il Movimento Cinque Stelle ha invitato le istituzioni a fare qualcosa nel più breve tempo possibile. Si attende adesso una risposta, sperando che la situazione si risolva per il meglio.
Dal Movimento arriva, in ogni caso, un netto no al trasferimento a pagamento dei cani fuori dalla Sicilia, cosa che avviene attualmente per duecentocinquanta esemplari, che costano alla collettività oltre 400 mila euro l'anno.
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