SPORT
Bisogno di calcio giocato
Un debutto mondiale tra esagerazioni tipicamente italiane. Perché se da un lato è veritiera la prova convincente del gruppo azzurro, è bene attendere test più probanti contro squadre di maggiore spessore del modesto e volenteroso Ghana. Gettare acqua sul fuoco è una questione di opportunità quindi, perché in fin dei conti la squadra africana ha nel reparto di centrocampo l’unica vera forza con Essien su tutti, è evanescente in avanti ed assolutamente disastrosa in difesa complice la serataccia del romanista Kouffur.
Note liete sono rappresentate dallo spirito di sacrificio dell’intero collettivo azzurro e dalla prova di alcuni singoli azzurri come lo stratosferico Perrotta, il geometrico Pirlo, l’esplosivo Cannavaro, l’essenziale Zaccardo ed il solito Toni a battersi da par suo in avanti della serie “solo contro tutti”. Comunque il calcio italiano necessitava di una boccata d’ossigeno in virtù di uno scandalo che mieterà vittime eccellenti tra società e dirigenti illustri, ridisegnando necessariamente classifiche e leadership da tempo consolidate, con nuove regole che diano la possibilità a tutte le squadre di partecipare ad armi pari ad un campionato e non a svolgere ruoli marginali e già definiti a tavolino con alleanze e controalleanze.
Ma a cambiare dobbiamo essere in tanti. Anche gli appassionati tifosi che amano il calcio dovranno accettare la “cultura della sconfitta”, senza imputarla all’arbitro accettandone la buona fede sempre. Dovremo smetterla un po’ tutti di “prevedere” risultati di comodo specie nel finale di stagione quando si confida nello scarso impegno dell’avversario di turno che non ha nulla da chiedere alla stagione, e anche i giocatori dovranno giocare tutte le partite con lo stesso ritmo ed intensità, facendo meno scena in campo e ricordando che il calcio è un gioco maschio. Insomma non solo Moggi come capro espiatorio o il “Palazzo”, ma un cambiamento radicale che tutto il mondo pallonaro mondiale si attende da noi. E per fortuna che l’Uefa ci guarda perché, statene certi, molti scandali si sono insabbiati in questi anni ed anche a questa “calciopoli” si sarebbe risolta all’italiana: in una bolla di sapone.
Ritornando al calcio giocato c’è da registrare la presenza dell’unico rosanero in campo dopo il passaggio di Grosso all’Inter : Christian Zaccardo. C’è piaciuto per la solita applicazione ma un po’ meno ci sono piaciute le dichiarazioni dei giorni scorsi.
Si registra tra i rosanero impegnati al mondiale una sorta di passaparola teso a snobbare la piazza di Palermo per una “grande”. Il discorso non fa una piega quando si parla di Milan, Juve (ma bisogna attendere gli sviluppi della giustizia sportiva) ed Inter ma il desiderio di Fiorentina ci sembra eccessivo.
Né possiamo pensare che giocatori miliardari soffrano della lontananza dagli affetti o che non si possano permettere di raggiungerli in aereo quando e come vogliono. In realtà la maglia rosanero si deve indossare con entusiasmo e questo discorso vale per tutti. Farebbe bene la società ad accontentare gli scontenti a fronte di adeguate contropartite tecniche ed economiche, e farebbe bene il pubblico rosa ad affezionarsi sempre più alla maglia piuttosto che agli interpreti. Farebbero bene i vari Barone, Barzagli e Zaccardo a ragionare con il proprio cervello piuttosto che con quello dei procuratori, altro male del calcio moderno, che spingono i propri assistiti in dichiarazioni “avventurose” e tendenti a spillare “grana”. Eccellente il lavoro svolto da Foschi e Zamparini in questa campagna di rafforzamento con acquisti mirati e dal radioso avvenire.
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