ARTE E ARCHITETTURA
Beni culturali: teste di Pantelleria in mostra al museo “Salinas”
Fino al 25 gennaio le tre teste resteranno esposte a Palermo, per i venticinque anni dell’assessorato regionale ai Beni culturali, guidato da Fabio Granata
E’ la prima volta che le tre teste marmoree di Giulio Cesare, Tito e (probabilmente) Antonia minore, recentemente ritrovate a Pantelleria, lasciano l’isola: fino al 25 gennaio saranno protagoniste della mostra “Augustea capita: le teste di Pantelleria e le foto di Fabrizio Ferri”, e resteranno esposte a Palermo, nella sala san Giorgio del museo archeologico Antonio Salinas, in piazza Olivella, per le manifestazioni dei venticinque anni dell’assessorato regionale ai Beni culturali, organizzate da Fabio Granata.
I tre ritratti, perfettamente conservati, sono stati ritrovati ad agosto nel sito ellenistico-romano dell’antica Cossyra, a Pantelleria, durante gli scavi archeologici guidati da Sebastiano Tusa della soprintendenza per i beni culturali di Trapani insieme a Thomas Schaefer dell’Università di Tubingen e Massimo Osanna dell’Università della Basilicata. Le tre teste non sono state ritrovate tutte nello stesso luogo. Quelle di Giulio Cesare (100-44.a.C.) e di una donna appartenente alla dinastia giulio-claudia, (probabilmente Antonia Minore, madre dell’imperatore Claudio), in marmo pario, erano adagiate dentro una stessa cisterna, sotto uno strato di cenere, insieme a frammenti di anfore e di altre ceramiche. E’ probabile che vi siano state deposte verso la fine del I secolo d.C. e che siano state realizzate poco tempo prima. Il ritratto di Cesare appartiene al cosiddetto tipo Tusculum, dalla capigliatura e da alcuni tratti del viso, è un’opera di grande qualità e fu eseguita certamente dopo la sua morte.
Ma gli scavi hanno riservato anche delle altre sorprese, come spiega l’archeologo Sebastiano Tusa: «Quattro settimane fa, nella stessa cisterna della testa di Tito, abbiamo trovato anche una placchetta d’oro molto sottile, del diametro di 8 centimetri: verosimilmente era la guarnizione di pregio di un abito femminile. Vi è raffigurato un volto umano, probabilmente una testa di Medusa dalla capigliatura scomposta». E per l’archeologa Rosalia Camerata Scorazzo, direttrice del museo archeologico «la mostra delle tre teste imperiali, anche solo in esposizione temporanea, è un’occasione eccezionale per valorizzare un museo centrale come il Salinas, e farlo conoscere al grande pubblico». La mostra si potrà visitare fino al 25 gennaio, il lunedì e la domenica dalle 8.30 alle 14 e gli altri giorni dalle 8.30 alle 19. L’ingresso costa 4 euro.
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