CINEMA E TV
"Belluscone una storia siciliana": Maresco racconta
Un cinema satirico quello che caratterizza da sempre il mondo di Franco Maresco. Adesso ritorna sul grande schermo con "Belluscone una storia siciliana"
Un personaggio eclettico. Il suo cinema dalle influenze un po' ciniche lascia sempre spazio ad una spiccata satira dai tratti caratteristici, quella che ha contrassegnato nel tempo la regia di Franco Maresco. Un'esperienza trentennale che comincia in piena guerra di mafia al Cineclub Brancaccio. Poi la nota coppia fissa con Daniele Ciprì nella rinomata serie di sketch di "Cinico TV". Oggi, un progetto che come un ponte collega la Sicilia e l'appena concluso governo Berlusconi. O viceversa. Un film in fase di ultimazione, in uscita nel mese di aprile, a metà tra fiction e inchiesta: "Belluscone, una storia siciliana".
...Maresco, prima torniamo a soffermarci sugli esordi...
Molti anni fa, il Cineclub Brancaccio nacque per l'appunto nell'omonima zona di Palermo, in via Brancaccio per l'esattezza. Era un cinema che prese vita dalle ceneri di un vecchio cinema già esistente; un'esperienza che durò circa tre anni. Eravamo tutti giovanissimi, poco più che ventenni e di sinistra. C'èra anche Paolo Greco che era un po' più grande di noi e costituì, era la fine degli anni '70, addirittura la prima sezione del PC a Brancaccio. Quindi si può immaginare il clima di allora...un cineclub che nasce in piena guerra di mafia. Un'esperienza pura, a volte terribile e da un certo punto di vista anche un po' surreale.
Per lo svolgimento del suo lavoro la Sicilia è stata terra sinonimo di difficoltà per lei?
Devo dire che negli anni in cui io ero giovane, Palermo e la Sicilia in generale erano molto diversi da come sono oggi. Eravamo sempre una grande città del Sud, ma c'era un clima diverso sul piano politico, sociale, culturale. C'erano costanti e numerose battaglie che forse si potevano riscontrare un po' anche altrove, ma qui noi ventenni avevamo una particolare voglia di riscatto, motivata anche e soprattutto da forti ideali. Addirittura da pensare che il cineclub equivaleva a fare una battaglia, in un quartiere ad alta densità mafiosa, e speravamo di dare un grande contributo, convinti del fatto che il nostro operato servisse a qualcosa e non solo sul piano sociale ma anche politico. Bisogna poi pensare che non c'èra internet, ne i video registratori (che stavano per arrivare)...Quindi eravamo convinti che ciò che stavamo facendo avesse realmente un senso.
Spesso mi viene detto: ma su Berlusconi non sappiamo già tutto? Questo è un film che racconta una storia che inizia negli anni '70 e finisce oggi. In un solo colpo d'occhio, un'intensa storia. Ma attenzione, io non faccio inchieste alla Santoro perché semplicemente non lo so fare, non è il mio mestiere! Mi prefiggo lo scopo di raccontare di Berlusconi, ma anche e soprattutto un'Italia vista da un prospettiva privilegiata: la Sicilia che diventa la chiave di lettura di questo paese. Il risultato è un film fanta/horror, quasi di fantascienza, perché c'è un'ultracorpo che ci ha infettati tutti. Berlusconi, ma anche la sinistra, certi intellettuali della nostra città, che sono rimasti inermi. Non mettiamo sotto accusa solo ed esclusivamente Berlusconi o le sue convivenze con la mafia, ma ciò che siamo diventati: la visione del mondo, il modo di intendere la politica, il gusto degli italiani. All'inizio del film sto pensando di inserire una battuta di Flaiano, lui che gli italiani li conosceva benissimo: L'italiano crede che l'inferno sia un posto dove le donne sono nude e dove ci si mette d'accordo con il diavolo. Berlusconi non cade dall'alto o lo ha portato per caso Babbo Natale ma è il riflesso esatto della nostra Italia, e nessuno come lui nella storia della politica italiana è stato uguale, noi siamo i suoi esatti cloni. Quindi ciò che c'è, o che ci sarà dopo, non è altro che un mondo di clonati di questo ultracorto che si chiama Silvio Berlusconi.
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