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“Autoreverse”: nuova fatica di Francesco Forlani

Ecco il racconto appassionato di un’amicizia e del “fantasma” di Cesare Pavese, nel luogo dove tanti anni fa il poeta visse le ultime ore

Fabio Vento
Web developer e giornalista
  • 20 luglio 2009

Era un giorno di agosto del 1950 quando Cesare Pavese si tolse la vita, nella stanza 313 dell’Hotel Roma di Torino. «Tutto questo fa schifo. Non parole. Un gesto. Non scriverò più»: nelle sue ultime poesie il dolore per un amore naufragato, quello per l’attrice hollywoodiana Constance Dowling. Tanti anni dopo, in un tempo che potrebbe essere il nostro presente, nello stesso albergo si incontrano due persone, in apparenza molto diverse: Angelo è un immigrato meridionale che fa il portiere di notte, François un affermato scrittore francese che alla sua ultima sera in Italia prenota proprio la “camera di Pavese”. La sua speranza, anzi la sua ossessione, è quella di recuperare l'unica registrazione, forse dispersa, con la voce del celebre poeta. Imprevedibile, nasce un’amicizia e presto i due iniziano a raccontarsi, alternando i racconti delle loro vite, delle occasioni vinte e di quelle smarrite. Ma il discorso, come per magia, ritorna sempre a lui, a Pavese. E a poco a poco la tanto bramata voce del poeta si materializza nella quotidianità dell'albergo, permeando le piccole e grandi storie che vi si svolgono dentro…

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E’ questo “Autoreverse”, romanzo del casertano Francesco Forlani che verrà presentato mercoledì 22 luglio alle 19 al Baglio alla Zisa (piazza Zisa 19). Più che una presentazione, un vero spettacolo in cui si mescoleranno letteratura, musica, teatro e video: Forlani performer sarà infatti accompagnato dal violoncello di Lamberto Cartoni. «Autoreverse - commenta Forlani - per me è stato molto di più di un semplice libro, diciamo il survival kit per sopravvivere a una tempesta che si è abbattuta su di me all'inizio del nuovo secolo e nella ricerca dei miei personaggi ho cercato di mettere a fuoco le questioni che mi stavano a cuore: il lutto, la perdita, l'abbandono, la speranza, la felicità. Cesare Pavese è diventato allora il mio Virgilio per passare indenne l'inferno. Un inferno che si trasforma via via che si prosegue nella lettura, in una vera e propria vita nova, che solo l'amore rende possibile, innanzitutto l'amore tra due esseri, e poi amore per le idee, qualcosa di simile a una rivoluzione timida».

Francesco Forlani, nato a Caserta nel 1967, vive tra Parigi e Torino. Già direttore artistico del magazine Paso Doble (Parigi), attualmente dirige la rivista letteraria Sud (Edizioni Lavieri). Ha pubblicato diversi libri, in francese e in italiano: Métromorphoses, Ed. Nicolas Philippe, 2002; “Il manifesto del comunista dandy”, Edizioni La camera Verde, 2007; Blu di Prussia, Edizioni La Camera Verde. Poeta, cabarettista e performer, è autore insieme a Sacha Ricci e Sergio Trapani dell’operetta “Do you remember revolution”, omaggio a Carlo Pisacane, vincitrice nel maggio 2004 del festival multimediale Norapolis di Metz. “Autoreverse”, 157 pagine e 13.50 euro per l’editore “L’Ancora del Mediterraneo”, è già in libreria.

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