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Agricantus, l'estate del "Teatro da Kamera"

Gli spettacoli (due o tre a sera ad ingresso gratuito) si alterneranno a partire dalle 22.15 nell'isola pedonale all'aperto e all'interno dei locali dell'Agricantus

Balarm
La redazione
  • 29 giugno 2008

Anche quest'anno si rinnova l'appuntamento con la rassegna teatrale "Teatro da Kamera", organizzata dall'associazione Gruppo 97 in collaborazione, il Ccp Agricantus e Teatri D'Arte Mediterranei con il contributo della Provincia di Palermo, in programma dall'1 al 9 luglio all'interno della nuova stagione estiva dell'Agricantus, in via XX Settembre 82/a a Palermo. Gli spettacoli (due o tre a sera ad ingresso gratuito) si alterneranno a partire dalle 22.15 nello spazio all'aperto dell'isola pedonale e all'interno dei locali dell'Agricantus.

Si comincia martedì 1 luglio con "Il Rosa e il Nero" di e con Sergio Vespertino e le musiche di Pierpaolo Petta alla fisarmonica (in replica anche il 2 e il 3 luglio). Lo spettacolo, liberamente ispirato a un racconto di Eric Emmanuel Schmitt, parla della vita e della morte attraverso la metafora del rosa e il nero, "due colori che coesistono sempre nella vita, anche quando credi che il colore sia uno solo. Gli altri saranno sempre colori secondari". Si prosegue con lo spettacolo vincitore di Shownoprofit 2007, "Anemos" della Compagnia Musa Pensosa (in replica anche il 2 luglio), di e con Arabella Corti, Roberto Galbo ed Eleonora Spedale. In scena andranno monologhi ambigui e deliranti personaggi, allegramente e tristemente folli, che soffrono della fatica di vivere in questo sconcertante mondo.
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Giovedì 3 luglio tocca al nuovo spettacolo "Carion" di e con Salvo Piparo (in replica anche il 4 e il 5 luglio), che rievoca il suono dei ricordi, voci che chiamano storie di sorrisi e lacrime dentro a un caleidoscopio che guarda una Palermo vestita in bianco e nero, colorata dai suoi personaggi, affidata nei secoli dei secoli ai suoi santi.

Venerdì 4 luglio andrà in scena "Il Macero" di e con Roberto Solofria (in replica anche il 4, 5 e 6 luglio), prodotto da Mutamenti e tratto dal romanzo "Sandokan storia di camorra" di Nanni Balestrini. "Il Macero" è il racconto dell'insolita sensibilità di un ragazzo, della sua caparbietà nel cercare per sé stesso una strada diversa. Del suo disagio a vivere in una comunità in cui l'attitudine al delitto è divenuta scorza callosa e la banalità rimedio ad ogni ingiustizia. A tutto questo egli si ribella: prima parlando, decidendo di raccontare, di non tacere, e poi abbandonando la terra in cui è nato.

Domenica 6 luglio sarà la volta di Paride Benassai con lo spettacolo "Che male c'è a perdere tempo" (in replica anche il 7 e l'8 luglio), un viaggio amicale in una dimensione conviviale con il pubblico, un teatro minimale di strada che darà spazio all'improvvisazione: un racconto per tante storie, una riflessione sul tempo, un verso detto e ogni volta che ho pensato di perdere del tempo, in effetti l'ho sempre guadagnato".

Lunedì 7 luglio tocca allo spettacolo "I Racconti di Fernando" di e con Maurizio Stammati, produzione del collettivo teatrale Bertolt Brecht. Un viaggio nella vita e nel teatro di Luigi Pirandello, raccontato, cuntato con leggerezza e sottile ironia da un attore, che a volte è uno, alcun'altre nessuno e cert'altre centomila. Da solo sulla scena, ma con la incisiva presenza di oggetti e di fantasmi che si cercano, si intrecciano e si rincorrono in un turbinio di immagini e parole che mette lo spettatore nella condizione di positivo sbandamento e comunque anch'esso al centro della giostra.

Sempre lunedì 7 luglio andrà in scena il nuovo spettacolo, "Cuore di Bambola" scritto da Giuseppe Drago (in replica anche l'8 e il 9 luglio) per la regia di Marco Carlaccini con Patrizia D’Orsi, Marco Carlaccini, Ermelinda Bonifacio e prodotto dalla compagnia Ginepro Nannelli di Roma. Un'amina che vola via. Il dolore, il tradimento, il disgusto l'hanno spinta a scendere sempre più in basso, a "diguazzare nel fango". E dal fango le nascono due ali per alzarsi in volo sulle miserie degli uomini. A commento del vuoto rimangono due voci, origine del male, che invocano riscatto.
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