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La nuova icona di Sicilia è fritta nell'olio: Camilleri legge "Gli arancini di Montalbano"
Gli arancini del famoso commissario hanno scalzato la mafia dall'immaginario collettivo legato alla Sicilia: il maestro narra a voce alta il suo racconto più famoso
"Gli arancini di Montalbano", oltre ad essere uno dei racconti dello scrittore italiano più amato nel mondo e ad ispirare titoli di serie tv e ricette culinarie che fann gola a tutti i turisti, sono diventati una sorta di icona invisibile della Sicilia.
Se prima si pensava alla mafia quando si citava l'Isola, fra qualche anno è possibile che saranno proprio "Gli arancini di Montalbano" a farla da padrone nell'immaginario collettivo. E allora cosa c'è di meglio se non distendersi sul divano, magari dopo la consueta abbiffata di Santa Lucia a base di arancine, e ascoltare il racconto dalla stessa voce dell'autore?
Il racconto, che dona il titolo ad una raccolta di scritti brevi, è veloce e leggero: «Siamo a fine anno - leggiamo sulla descrizione del libro su Wikipedia - e il commissario riceve inviti da ogni parte per il cenone di Capodanno.
Pasquale, uno dei figli di Adelina, è tuttavia sospettato di furto in un supermercato di Montelusa. Gli inquirenti, infatti, sembrano aver trovato il suo portafoglio sul luogo del furto. Montalbano è amareggiato più per il fatto che non potrà gustare gli arancini, che per la cattura di Pasquale.
Contattato il delinquente, Montalbano riesce a gettare luce, con i suoi soliti trucchi da commissario astuto, sulla vicenda. Il furto è stato compiuto in realtà da un'altra banda di malviventi, ed il povero Pasquale stavolta non c'entra davvero nulla. Una telefonata anonima agli inquirenti risolverà la faccenda e salverà la cena di Capodanno di Montalbano e quindi l'occasione di poter assaporare i prelibati arancini di Adelina».
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