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Il volto "liberty" (e poco conosciuto) di Catania: alla scoperta di Palazzo Mazzone

Ceramiche a lustro, mosaici, bassissimi rilievi scolpiti e sobrie decorazioni. Ecco la storia del palazzo progettato dall’architetto catanese Tommaso Malerba nel 1904

  • 21 dicembre 2020

Palazzo Mazzone a Catania

Il volto liberty di Catania è poco conosciuto, eppure la città etnea appare pervasa in ogni dove da questo stile, tanto che nel 2016 ha vinto l’ambito riconoscimento come migliore città Liberty dall’istituzione culturale “Italia Liberty”.

Costituito da tanti palazzi, dimore, ville e villini, spesso privati o di utilizzo pubblico e non sempre aperti alla fruizione del pubblico, lo stile architettonico Liberty si diffonde a Catania tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento, non in una forma pura bensì contaminata dall’eclettismo artistico imperante all’epoca, che usava accostare elementi architettonici appartenenti a correnti diverse.

Lo stile Liberty segna la nascita di una sensibilità artistica nuova, che riflette i cambiamenti sociali dell’epoca positivista del progresso tecnico e scientifico. Nel contesto italiano questa nuova corrente, che in seguito assunse il nome di «stile floreale», da altri detto anche modernismo italiano, si andava affiancando alle diverse forme assunte nei paesi Europei, con le diverse denominazioni di Art Nouveau, Modern Style o Modernismo.
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La cifra distintiva di questo stile nuovo è data appunto dai motivi floreali che, nel contesto locale della Sicilia e della città di Catania in particolare, si innesterà con altri elementi di diversa tradizione. Grazie alle nuove tecniche costruttive, e sempre nel rispetto di una forte tensione estetica, qui il nuovo stile sarà influenzato dall'imperante eclettismo, dando vita a un liberty decisamente più contaminato ma tuttavia di apprezzabile interesse architettonico.

All'inizio del Novecento Catania, città colta ed industriosa, aveva subito recepito il vento di innovazione estetica dettato dall'eleganza dell'Art Nouveau e dalle linee dolci e sinuose del Liberty. Linee curve, ornamenti vegetali con innesti di raffinata eleganza, elementi floreali si riscontrano in ville, palazzi signorili, in città e in periferia.

Già dal Settecento Catania era la seconda città siciliana per grandezza urbana e volume dei commerci, ma fu solo a inizio Novecento che partì il programma di rinnovamento urbanistico e d’innovazione estetica ispirato ai dettami Liberty.

Tra i vari esempi in giro per la città, all’angolo tra la via Umberto I, al civico 83, e via Grotte Bianche si trova lo splendido Palazzo Mazzone progettato dall’architetto catanese Tommaso Malerba intorno al 1904. L’architetto, catanese di nascita e appartenente ad una famiglia alto borghese, studia ingegneria a Napoli e rimane influenzato dal gusto del Liberty francese e tedesco.

Oltre a Palazzo Mazzone, le opere a sua firma a Catania sono il Palazzo dell’Esposizione, il grande Ottagono, il chiosco Inserra, il palazzo Marano Giuffrida, il Palazzo Morano, il Palazzo Duca di Camastra di Piazza Duca di Camastra, la Palazzina Abate e il Negozio Frigeri.

L’edificio fa pensare alle atmosfere ricostruite per la facciata del Grand Budapest Hotel dal regista Wes Anderson, che derivano a loro volta dall’accostamento dello stile Art Nouveau e Art Deco. Palazzo Mazzone segue un linguaggio eclettico, cioè una mescolanza di elementi ripresi da diversi movimenti storici e contemporanei e uno stile neo-moresco, caratterizzato da linee severe ed essenziali e archi intrecciati che formano cupole in stucco o gesso modellato.

Uno stile caratterizzato anche dall’uso di ceramiche a lustro, di mosaici in ceramica, bassissimi rilievi scolpiti e sobrie decorazioni architettoniche.

Malerba riesce a creare un palazzo diverso rispetto alle architetture circostanti, grazie all’uso di chiaroscuri, trafori e superfici decorate. Un’innovazione che rimane essenzialmente decorativa, poiché la struttura dell’edificio è per il resto molto tradizionale, ma capace di catturare lo sguardo di chi si trova a passarvi davanti.

Particolare è la facciata principale caratterizzata da una sequenza di pieni e vuoti dati da piccole logge, dalle colonnine inglobate nella parete e un sistema di elementi orizzontali. Su tutta la facciata sono inoltre distribuiti dei fregi che interpretano stilemi ad intrecci di tradizione nord europea e islamica. E proprio quest’ultima influenza rende particolarmente “esotico” il suo aspetto con quel gusto neo-moresco così caratteristico: uno degli elementi più distintivi dell'architettura moresca è l'arco a ferro di cavallo, che si gonfia verso l'esterno dalla base.

Non bisogna dimenticare, infatti, che la Sicilia ha vissuto un passato di dominazioni, tra cui spicca quella araba, e a cui non si è sottratta ovviamente nemmeno Catania. Palazzo Mazzone ce lo ricorda con questo suo peculiare stile arabeggiante reinterpretato, inglobando elementi neomoreschi all'interno di architetture eclettiche.
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