CRONACA
Ha fatto la storia di Palermo, ma ora è chiuso: quando riapre Palazzo delle Aquile
Sono in corso i lavori di restyling, iniziati nel 2023. Oggetto del restauro anche la monumentale Sala delle Lapidi, col suo meraviglioso soffitto ligneo
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Palazzo delle Aquile (foto di A. Prestigiacomo)
Da settembre 2023, da quando i lavori di restauro del Palazzo hanno interessato (anche) Sala delle Lapidi, il Consiglio Comunale è ospitato, tra tanti disagi, a Sala Martorana, a Palazzo Comitini. Proprio in quella che è, invece, la sede della Provincia (e dove, a breve, questa dovrebbe tornare a riunirsi).
Il restyling del Palazzo delle Aquile, quindi, è in fase di realizzazione e i lavori procedono. Ecco qual è l’attuale stato.
Il progetto è stato suddiviso in fasi e una di questa riguarda proprio la Sala delle Lapidi. «Da cronoprogramma, l’aula doveva essere riconsegnata a fine 2024 – spiega la consigliera comunale, Giulia Argiroffi -. C’è un ritardo dovuto a imprevisti che possono accadere quando si parla di un lavoro di restauro. Tuttavia, stiamo monitorando affinché non si presentino ulteriori imprevisti e venga rispettata la nuova data di completamento dei lavori».
Al momento i lavori proseguono con il restauro del soffitto ligneo dipinto e con la rete impiantistica da rendere compatibile con la monumentalità dell’aula e si sta definendo la soluzione progettuale per gli arredi: «Deve rispondere alla sopravvenuta esigenza di non coprire il pavimento a intarsi marmorei, nascosto, per anni, dalla moquette ed emerso in tutta la sua bellezza grazie al restauro. Va, inoltre, tenuto in doveroso conto che gli scranni smontati hanno segnato la storia di questa città, tra essi si sedettero, giusto per citare alcuni illustri nomi, Leonardo Sciascia ed Elda Pucci, prima e unica donna sindaco di Palermo», prosegue Giulia Argiroffi.
È stato riscoperto, inoltre, il fascino di un’antica finestra rimasta, per anni, nascosta dalle gradonate per gli ospiti: «I recenti lavori hanno permesso di riscoprirla, proprio sul fondo di Sala delle Lapidi, e di affacciarsi su Piazza Bellini, incorniciando le forme delle chiese della Martorana e di San Cataldo con le iconiche cupolette rosse», precisa la consigliera comunale.
Tornando al Palazzo, è stato già completato il restauro della copertura a vetri dell’atrio, da cui si arriva sia dall’ingresso da Piazza Bellini che da Piazza Pretoria, e che consente l’accesso diretto alla Sala Rostagno, che con la sua nuova quota, complanare all’atrio, non avrà più barriere architettoniche, diventando uno spazio finalmente a servizio della comunità.
La prima fase dei lavori ha riguardato anche il restauro del rifugio antiaereo, che verrà restituito alla città, finalmente valorizzato.
Dai lavori di restauro sono emersi altri aspetti: accanto all’atrio è stato trovato quello che doveva essere un prospetto esterno, prima dell’ampliamento del Palazzo, e all’ultimo piano un interessante quanto insolito sistema strutturale di volte a botte intrecciate. La sfida ora è quella di restituire, il prima possibile, il Palazzo di Città alla comunità.
Un palazzo ricco di storia, costruito nel lontano 1470 dall’architetto Giacomo Bonfante per volere del pretore Pietro Speciale e che, nel corso dei secoli, ha subito innumerevoli trasformazioni, come quella avvenuta nel 1553, quando l’ingresso principale fu spostato da Piazza Bellini a Pretoria, o quella avvenuta tra il 1874 e il 1891, ad opera dell’architetto Giuseppe Damiani Almeyda, che ha dato l’attuale forma al palazzo.
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