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Ha 38 affreschi e una vista pazzesca: la cupola (panoramica) tra le più belle in Sicilia

«La salita è dura, ma quando arrivi in cima il panorama è fantastico». L'aforisma ricalca e soddisfa a pieno dopo aver visitato questo luogo così affascinante

Salvatore Di Chiara
Ragioniere e appassionato di storia
  • 27 ottobre 2024

Il panorama visto dalla Cupola della Basilica di Santa Maria Assunta (foto di Davide Piscitello)

«La salita è dura, ma quando arrivi in cima il panorama è fantastico». L’aforisma ricalca e soddisfa a pieno dopo aver visitato uno dei luoghi più belli della città di Alcamo: la Cupola della Chiesa Madre.

A pochi passi dal Castello Modica, tra viuzze strette e ricchi di storia, il visitatore si trova di fronte alla splendida architettura religiosa. Se la storia dell’edificio dipinge fatti dai contenuti antichi, le emozioni diventano realtà una volta saliti i gradini che portano dritti (all’insù) alla scoperta della città.

In attesa di assaporare ogni singolo gradino, è giusto rivivere i passaggi principali.

La prima struttura religiosa fu costruita nel quartiere di San Vito. Dedicata in un primo momento a Santa Maria Fonte della Misericordia, successivamente fu concessa alla Madonna della Stella. Quando nel 1332 i residenti del quartiere (San Vito) decisero di spostarsi vicino al castello, venne costruita una nuova chiesa dedicata a Maria Santissima Assunta in Cielo.
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All’interno sono custodite opere di notevole importanza. Tra queste spiccano i 38 affreschi e le cinque cappelle un tempo appartenenti ad alcune famiglie nobiliari alcamesi. Nelle navate risaltano le due file di colonne monolitiche di marmo rosso proveniente dal Monte Bonifato.

La visita guidata approfondisce temi e argomenti interessanti. Una volta usciti dalla porta secondaria, a pochi metri è posto l’ingresso per la cupola. I dati statistici hanno rilevato che è il luogo più visitato della città, superando di gran lunga Monte Bonifato, il Castello di Calatubo, la Funtanazza e tanti altri tesori.

Questo da un lato incuriosisce, mentre allo stesso tempo omaggia gli addetti ai lavori che hanno/e permettono a tutti di toccare con mano l’intero territorio. Sin dai primi passi mossi si avverte un “odore diverso”. I luoghi hanno dimensioni ridotte, dove emerge l’originalità intatta.

La scala stretta è rimasta "quasi immutata”. Fino alla prima metà del ‘900 la superficie della cupola era rivestita da piastrelle in maiolica che, successivamente furono ricoperte da lastre in rame, per proteggere l’intera architettura. Pochi spazi che permettono d’inquadrare gli effetti antichi, magari con “uno sbrizzu di polvere” che porta indietro di alcuni secoli. Un paio di passaggi ancora prima di metter fuori la testa.

Supportati dalla massima attenzione e la presenza del caschetto, è possibile compiere un intero giro a 360 °. Il panorama spazia dal mare fino a l'imponente Monte Bonifato (mt. 825 circa). Si avverte l’enorme cambiamento, o meglio ancora il passaggio tra i vecchi quartieri (appunto S.Vito) con gli altri (Sacro Cuore, Anime Sante, Sant'Anna, ecc.ecc.) sino alle zone confinanti.

Gli sguardi penetrano tra i vicoletti alcamesi, alla ricerca di un particolare. Tra questi spiccano i vecchi tetti, con le abitazioni allineate in forme geometriche ben definite. Arte e ingegneristica sono gli elementi che dominano la scena. Quello che un tempo era considerato impossibile, oggi, finalmente è diventata un’opportunità turistica, oltre a quella conoscitiva. Gli scatti fotografici sono immancabili. La discesa è un ulteriore momento di riflessione, per ribadire il concetto “fantastico” di architettura nel nostro territorio.

Tra i capolavori di Guglielmo Borremans, la cappella della “Sacra Spina” e la “Dormitio Virginis” del Gagini, il complesso religioso merita le dovute attenzioni.

Senza dimenticare che nell’anno Mariano (1954, corrisponde al centenario dell’introduzione del dogma dell’Immacolata Concezione), venne collocata sull’attiguo campanile una statua della Vergine Maria alta tre metri. Nonostante la città sia sottovalutata, i luoghi comuni possono essere “facilmente” smentiti.
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