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Fino a 5mila euro per le famiglie siciliane: chi può richiedere il reddito di povertà

La Regione ha definito i requisiti per fare richiesta del nuovo strumento pensato per aiutare i nuclei familiari in difficoltà: quali sono i criteri e come viene erogato

Balarm
La redazione
  • 30 dicembre 2024

foto pixbay

Via libera dalla giunta regionale ai criteri per l’erogazione del reddito di povertà, il sostegno "una tantum" per le famiglie meno abbienti voluto dal presidente della Regione, Renato Schifani, e che ha una dotazione di 30 milioni di euro. Il contributo di solidarietà a fondo perduto garantisce fino a un massimo di 5 mila euro alle famiglie residenti in Sicilia da almeno 5 anni.

Il nuovo strumento di contrasto alla povertà era stato annunciato lo scorso ottobre dal presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, e sono appena stati formulati i requisiti essenziali da possedere per farne richiesta.

Il requisito principale, oltre alla residenza, è quello reddituale: occorre avere un Isee, relativo al 2023, inferiore a 5 mila euro.

Verrà stilata una graduatoria in base al punteggio assegnato alla famiglia richiedente e il contributo economico sarà erogato secondo le seguenti fasce: 5.000 euro oltre i 30 punti, 3.500 euro fino a 30 punti e 2.500 euro fino a 20 punti.
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Per quanto riguarda i criteri di reddito, il punteggio massimo (10 punti) è dato a chi ha un Isee tra 0 e 1.500 euro; fino 3.500 euro verranno assegnati 8 punti, mentre 6 a chi ha un Isee fino a 5.000 euro.

Altri punti verranno erogati in base alla situazione familiare: 1 punto per ogni componente fino a un massimo di 9 punti per famiglie oltre gli 8 componenti. Due punti aggiuntivi sono dati per ogni figlio minorenne.

Vivere in affitto vale altri 5 punti, mentre 8 punti andranno a chi vive una condizione di disagio sociale come essere ragazza madre, donna vittima di violenza o vedova con figli. A parità di punteggio viene preferito il nucleo familiare con più figli minori, nel caso di ulteriore parità sarà preferito il nucleo familiare con disagio sociale.

Il nuovo strumento prevede che i beneficiari siano destinati ad attività socialmente utili, tenuto conto del loro stato psicofisico, in base a specifiche intese con i Comuni di residenza. Lo svolgimento di queste prestazioni non determina l’instaurazione di alcun rapporto di lavoro subordinato o di pubblico impiego.

«Abbiamo stabilito le modalità concrete per l’accesso a una misura che va incontro ai cittadini economicamente più in difficoltà per consentire loro di vivere dignitosamente - dice il presidente Schifani -. La solidarietà è un valore in cui crediamo fermamente e che si realizza attraverso provvedimenti efficaci e mirati.

Il mio governo vuole aiutare chi sta peggio per non lasciare nessuno indietro e questo provvedimento ci consente di aiutare le famiglie attraverso requisiti stringenti che intervengono nelle situazioni di maggiori criticità. Il contributo avrà anche una ricaduta positiva per la società, perché i beneficiari saranno chiamati a svolgere attività utili alla comunità. Pubblicheremo il decreto in tempi estremamente brevi e faremo in modo di rendere snelle e celeri tutte le procedure, affinché le famiglie ricevano il beneficio al più presto».

«La Regione Siciliana - afferma l'assessore alla Famiglia, Nuccia Albano - sta implementando una serie di misure destinate a combattere la povertà e a sostenere le famiglie in difficoltà. Questi interventi, voluti dal governo Schifani, fanno parte di una strategia più ampia volta a promuovere il benessere sociale e a garantire un supporto concreto alle persone vulnerabili. Attraverso politiche attive vogliamo offrire opportunità di inclusione sociale e migliorare le condizioni di vita delle tante famiglie fragili siciliane».

Questi criteri saranno fissati attraverso un decreto del presidente della Regione che verrà emanato nei prossimi giorni. L’assessorato della Famiglia e delle politiche sociali provvederà alla pubblicazione dell’avviso, mentre sarà l’Irfis a erogare le somme.
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