PERSONAGGI
Dalila Pace: la timidezza (che non ti aspetti) dietro la "Cetty Woman" di Sicilia Cabaret
Dalila Pace, classe '91, uno dei volti comici palermitani più conosciuti. Adesso l'attrice partecipa al format tv e online Scup! ideato dal duo comico Matranga e Minafò
Dalila Pace
Si può essere timidi e contemporaneamente riuscire a bucare lo schermo?
Sì, e Dalila è un esempio di questa strana combinazione: «Dagli spettacoli emerge poco la mia personalità, ho molte insicurezze, per me è una continua ricerca di conferme, in ogni progetto a cui prendo parte», ci rivela.
Nonostante la timidezza, riesce a far ridere tutti. La sua comicità richiama molto gli atteggiamenti tipicamente siciliani: «Il modo di fare dei siciliani mi ispira tantissimo, soprattutto dei quartieri. Abbiamo delle espressioni uniche, molto particolari, colorate, ad esempio parlare ad alta voce.
Le persone più anziane conservano ancora quei termini che magari i giovani non usano più», ci racconta. La Sicilia è una fonte di ispirazione per Dalila e, come tutti gli isolani, prova nostalgia quando è lontana: «La Sicilia per me è una terra che comincio a scoprire nel momento in cui mi allontano. Ho fatto una settimana di studi fuori, non ho visto il mare e mi mancava tantissimo», ci racconta.
Viene pubblicato un video a settimana sulla pagina Facebook di Dalila e su quella di Scup! (in onda anche in televisione ogni giovedì alle ore 21 su Antenna Sicilia, canale 10), per un totale di dieci o dodici episodi. Il suo personaggio, nel format ''Non sono moda'', parla di moda con ironia ed espressioni esilaranti.
Protagonista di uno dei video, ad esempio, è l'immancabile calza color carne che tutte le donne - purtroppo! - hanno nel cassetto. Anch'io confesso a Dalila di averla e di non utilizzarla più da tempo, così ci ritroviamo a compiangere la triste usanza.
La storia di Dalila è variopinta, non inizia subito a recitare, scopre infatti di avere una verve comica dopo i vent'anni. Durante l'adolescenza fa l'animatrice nei villaggi turistici, per aiutare i genitori, e ancora non sa che quelle piccole esibizioni un giorno diventeranno la sua passione più grande: «Quando lavoravo nei villaggi turistici, non mi approcciavo seriamente al mondo artistico», ci racconta.
Dalila è solare, ride molto: «Mi ritengo una ragazza semplicissima. In realtà si pensa che i comici abbiano la risata difficile, invece questo su di me non l'ho mai riscontrato. Io rido di tutto, mi piace ridere e credo che sia una cosa fantastica», ci racconta. La sua simpatia è contagiosa, a dispetto della sua timidezza.
Dopo le scuole superiori, Dalila lavora in un supermercato, ma poi decide di prendere sul serio la sua passione, non dimenticando le parole d'incoraggiamento che una professoressa le aveva detto al quinto anno, incitandola ad andare a Londra a studiare le arti drammatiche.
A ventitrè anni, grazie anche al denaro messo da parte tramite il suo lavoro, si iscrive a una scuola di recitazione e da allora non abbandona più il teatro: «Ho iniziato a fare quello che mi piaceva davvero».
«Ho scoperto di avere una verve comica con Ernesto Maria Ponte, mi scelse per fare la tournée in giro per la Sicilia. Io sarei dovuta andare in un villaggio turistico, ma non sono più andata per il tour con Ernesto. Da lì è iniziato tutto», ci racconta.
Da allora Dalila non lascia la scena e non smette mai di studiare: «Lo spettacolo lo faceva lui, io avevo due o tre interventi. Studiavo sempre, anche dietro le quinte, cercavo di capire il pubblico, l'umore, la scena».
Dalila è molto determinata, attualmente frequenta un corso all'Accademia Internazionale di Teatro a Roma: «Nel periodo tra settembre e ottobre ho cercato di non rimanere ferma, adesso frequento il corso accademico e ogni mese prendo un aereo e vado a Roma.
A marzo è arrivata l'idea del programma di Matranga e Minafò. Il contatto diretto col pubblico non lo abbiamo, ne soffriamo molto, ma non ci fermiamo», racconta. La sua speranza è ovviamente che riaprano presto i teatri.
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