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Da Caravaggio a Garcia Lorca: leggende, miti e cronache su Santa Lucia da Siracusa
È considerata dai devoti la protettrice degli occhi, dei ciechi, degli oculisti, degli elettricisti e degli scalpellini ed è celebratissima da diversi secoli in tante città d'Italia
Santa Lucia illustrata nelle Cronache di Norimberga, 1493 (particolare)
A Siracusa, nella chiesa di Santa Lucia alla Badia in piazza Duomo si trova invece "Il Seppellimento di santa Lucia" dipinto da Caravaggio.
Il martirologio romano recita: "Memoria di santa Lucia, vergine e martire, che custodì, finché visse, la lampada accesa per andare incontro allo Sposo e, a Siracusa in Sicilia condotta alla morte per Cristo, meritò di accedere con lui alle nozze del cielo e di possedere la luce che non conosce tramonto".
È considerata dai devoti la protettrice degli occhi, dei ciechi, degli oculisti, degli elettricisti e degli scalpellini e viene spesso invocata, nei casi di malattie degli occhi, perché favorisca la guarigione.
Per tradizione, è anche la patrona della vista e di tutti quelli che ne soffrono come i non vedenti, i miopi, gli astigmatici ma anche patrona del Gremio dei calzolai a Sassari.
Ma, come anticipato, tutti i cristiani in quel periodo erano oggetto di crudelissime persecuzioni e Lucia venne presto denunciata (si dice da uno spasimante o dal promesso sposo): presa, processata e torturata, la ragazza non rinunciò alla fede e fu infine decapitata.
Da allora la sua fede e il suo coraggio divennero di esempio e i credenti la nominarono santa protettrice degli occhi, si pensa per il significato contenuto nuo nome che viene da Lucius, ovvero "promessa di luce".
È a lei infatti che si rivolgono i devoti con problemi alla vista ma anche chi desidera "vedere bene" anche spiritualmente.
A proposito, per i praticanti di Palermo in lettura: la chiesa intitolata a santa Lucia in città è Santa Lucia Vergine Maria in piazza della Pace (via Enrico Albanese) e la messa si celebra alle 18 (in ogni caso il numero di telefono della parrocchia è 091 303042).
La prima e fondamentale testimonianza sull'esistenza di Lucia ci è data da un'iscrizione in greco risalente al quarto secolo scoperta nel 1894 dal professore Paolo Orsi nella catacomba di San Giovanni, la più importante di Siracusa.
Trovata su una sepoltura del pavimento, recita: "Euschia irreprensibile, vissuta buona e pura per circa 25 anni, morì nella festa della mia santa Lucia, per la quale non vi è elogio come conviene. Cristiana, fedele, perfetta, riconoscente a suo marito di una viva gratitudine".
Pare proprio che un uomo siracusano abbia sepolto la propria moglie invocando Lucia e che a lei fosse già devoto in quegli anni, per chi volesse ammirarla l'iscrizione marmorea è oggi custodita al museo archeologico di Siracusa.
La festa liturgica che adesso cade il 13 dicembre cadeva invece intorno al 21 dicembre (prima dell'introduzione del calendario gregoriano), per questo un proverbio della tradizione contadina dice che per santa Lucia "ù jurnù chi ù curtu cà c’è in tuttu l’annu" (il giorno più corto di tutto l'anno): ma tutti sappiamo che è dal solstizio d'inverno che le giornate si allungano.
In realtà per una stranissima coincidenza il 13 dicembre accade lo stesso un fenomeno astronomico per cui il sole tramonta di fatto prima anche se non albeggia prima.
In ogni caso Lucia è celebratissima in tante (davvero tante) città d'Italia e oltre a Caravaggio perfino Dante nella Divina Commedia e il poeta spagnolo Federico Garcia Lorca hanno dedicato a santa Lucia alcuni versi.
Quest'ultimo le dedica un intero poemetto dal titolo "Santa Lucia e San Lazzaro" in cui parla della santa legandola al simbolo degli occhi.
Una leggenda vuole che sia la santa protettrice della vista perchè fu privata degli occhi: un coetaneo si era innamorato di lei e Lucia, per seguire il Vangelo che dice "se i tuoi occhi suscitano peccato, strappali e buttali via", si strappo gli occhi e li mandò in dono al giovane innamorato.
E un'altra versione dice che le orbite le siano state tolte dai carcerieri durante il periodo di tortura. In ogni caso, la tradizione vuole che un miracolo la guarì facendole ritornare gli occhi.
L'iconografia la rappresenta mentre regge un piatto sul quale sono poste proprio le sue orbile oculari, con una palma, simbolo del martirio e uina lampada, metafora della luce.
E che perché a Palermo viene festeggiata? Lucia liberò Palermo dalla carestia nel 1646 facendo arrivare un bastimento carico di un alimento che la gente non vedeva da mesi, il grano.
Dopo aver sofferto la fame i cittadini non volevano attendere anche che il grano venisse lavorato e preferirono, per fare prima, bollirlo. L'aggiunta di olio creò il piatto della cuccia, anche se più che altro oggi si consuma dolce con ricotta e scaglie di cioccolato.
Un ampia pagina dedicata al food si apre nel giorno dedicato alla santa di Siracusa: se ti incurioscono panelle, arancine, timballi e cuccia leggi qui.
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