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Ci passano tutti ma pochi sanno che esiste: il ricco Mausoleo (dimenticato) in Sicilia

Un luogo sotterraneo di grandissimo valore storico. Man mano che si scende lo stupore aumenta quando le pareti interne mostrano gli antichi affreschi

Francesca Garofalo
Giornalista pubblicista e copywriter
  • 1 marzo 2025

L'affresco dell'Ipogeo Politi (foto dal sito web di Antonio Randazzo)

La sua origine è India e Sri Lanka, le sue penne scaglie cangianti e il suo dono l’immortalità. A Siracusa sotto metri di asfalto esiste un pavone, anzi due. Ben lungi dall'essere in vita, si tratta di affreschi antichissimi a protezione di un luogo sacro nascosto alla vista: l’Ipogeo o Mausoleo Politi.

A due passi dal museo archeologico Paolo Orsi, dal Santuario della Madonna delle lacrime e dalle Catacombe di S. Giovanni parliamo di un sito archeologico di età tardo Romana del IV° sec d.C. Nato per ospitare il passaggio nell’aldilà, di defunto oggi sono anche le visite ricevute, perché chiuso.

Al di sotto del manto stradale piedi e auto lo attraversano ogni giorno; azioni motrici incuranti di una vera ricchezza. Il monumento funerario deve il suo nome al pittore - antiquario Vincenzo Politi. È lui a trovarlo nel 1826 e chissà che stupore scendendo quei gradini in pietra.

Esso nasce dalla volontà di due persone altolocate che, grazie alla loro ricchezza, decidono di godere di una costruzione privata dove far riposare le loro spoglie, anziché essere inumati in Catacomba. Di forma pseudo rettangolare ha una porta d’accesso sul lato sud ovest e due finestre a sud e a ovest.
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Dalle testimonianze storiche e artistiche sappiamo che all'interno ci sono proprio i resti di due sarcofagi. Visibili dopo aver attraversato il pavimento composto da motivi esagonali.

Lo stupore però incede quando le pareti interne mostrano antichi affreschi sviluppati su due registri: quello inferiore con l’effetto pittorico di cruste (lastre) marmoree e quello superiore con ghirlande e festoni.

E se questi elementi decorativi rappresentano un’estasi visiva, seppur parziale, l’intradosso della volta accoglie con un’altra particolarità: la coppia di pavoni, quelli ricordati all’inizio. Ma perché proprio il pavone?

Leggenda vuole che la carne di questo volatile sia “incorruttibile” e per questo simbolo della risurrezione nel Cristianesimo. Quindi nell'antica arte cristiana la rappresentazione stilizzata dei pavoni, specie in coppia, era frequente*.

Al centro della volta, invece, ci sono le tracce di un grande tondo dove - secondo Politi - sostavano “due geni alati in cerchio di foglie di mirto”. Figure che nella religione romana rappresentano spiriti o custodi delle sorti di famiglie o individui.

In questo caso, la presenza di elementi cristiani e pagani fa avanzare qualche incertezza sull’identità: si tratta di un monumento funerario cristiano o pagano?

Se il dubbio persiste ciò che, invece, possiamo immaginare in maniera tangibile è che questo luogo rappresenta il fulcro dell’immortalità di arte, credenze e tradizioni umane. Un luogo di passaggio dalla vita alla morte sempiterno che, una volta scoperto, sembra richiamare con le sue figure animalesche e misteriose. Quasi fosse preceduto da un battito seduttore di tamburi alla Jumanji.

(Fonte: Treccani)
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