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Bimbi che donano i capelli e navette del sorriso: a Taormina il cancro si combatte insieme

Ci sono realtà in Sicilia e precisamente a Taormina, in cui donne colpite da un nemico che non vedono (se non con le lastre) ritrovano un po' se stesse (anche) attraverso la cura del proprio aspetto

Marcella Ruggeri
Giornalista e conduttrice Tg
  • 14 luglio 2021

La fotografa Ursula Costa per la mostra "Il filo dell'anima"

Vedere una bimba di otto anni che rinuncia alla sua "preziosa" treccia perché questa sarebbe servita a chi ha perso la propria chioma a causa di un brutto male suscita sicuramente molta tenerezza.

Diversi bambini hanno cominciato a regalare i propri capelli ai soggetti malati di cancro, magari in occasione della loro prima accorciatura; altri piccoli di Palermo ci tenevano a partecipare con la loro testolina ed inviare il risultato del taglio a Messina.

E quel gesto di conservare i capelli per imbastire le parrucche necessarie al reparto di Oncologia Medica è un solo tassello della catena di solidarietà che ha trasformato il locale di un nosocomio in una sala trucco e parrucco.

In questa piccola - grande dimensione dell’Ospedale “San Vincenzo” di Taormina, le donne colpite da un nemico che non vedono (se non con le lastre) ritrovano un po' se stesse o prendono confidenza con la loro vera interiorità attraverso la cura del proprio aspetto.
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A mettere a nudo questa esigenza per rendere palpabile la soluzione è l'Associazione "Salus Carmeloantonio D’Agostino" presieduta dall’ex professoressa d'italiano Grazia Paino, anche lei a suo tempo (nel 2009) affetta da un cancro che ha sbaragliato.

Questa realtà di volontariato, costituita l'anno successivo alla guarigione dell'insegnante messinese, ha un potere coinvolgente con la sua “Navetta del Sorriso” e tocca l’emotività delle pazienti oncologiche che hanno bisogno di essere risollevate nelle gravose incombenze del quotidiano, come doversi sottoporre alle radiazioni devastanti, a volte ingestibili, fino a quel grosso peso di non riconoscersi più allo specchio.

«La mia associazione si occupa di assistenza oncologica all'interno del S. Vincenzo - interviene Paino (quasi per tutti Graziella) - e trasportiamo a titolo gratuito pazienti che devono essere trattate con la chemioterapia da Messina, da tutta la fascia tirrenica e dalle Isole Eolie.

Concentriamo la presa in carico per chi ha necessità di questo servizio un solo giorno a settimana, il giovedì ma se un’altra giornata dovesse occorrere per un controllo, un esame Tac, ci rendiamo disponibili concordando prima.

Ovviamente il trasferimento delle persone è completo di andata e ritorno, in genere in dei punti nevralgici come gli svincoli dell'autostrada.

I vettori di trasporto pubblico, in coincidenza con il nostro sostegno, sono informati perfettamente sulle delicate problematiche. È capitato di ritardare 10/15 minuti alla partenza di un aliscafo per Milazzo e il comandante ha aspettato il nostro arrivo, dopo essere stato allertato».

Lo staff dell'associazione opera così da oltre 11 anni, da gennaio del 2010, donando anche le parrucche e le protesi provvisorie al seno con i reggiseni.

La Sala Trucco e Parrucco si avvale, ogni lunedì, di vari professionisti del comprensorio che collaborano in regime volontario: da Giardini Naxos a Brolo e con una psicologa dell’ospedale. Come si autofinanzia l'associazione?

«Noi ricicliamo i tappi di plastica – aggiunge la presidente - che vengono raccolti dal Tribunale di Messina, da alcuni medici, associazioni dove per esempio praticano scuola di ballo, attività commerciali (con Milazzo c’è una convenzione), singoli individui.

Con la nostra navetta passiamo a racimolarli e con l’introito ricavato dal riciclo ci manteniamo, viviamo di donazioni come per il nostro pulmino di otto posti e facciamo le serate di beneficenza con i bravissimi ristoratori che ci aiutano (con una piccola percentuale per loro: dopo il Covid non ho il coraggio di chiedere nulla; lo farò da settembre in avanti perché è giusto che rimpinguino le loro tasche).

Oppure ancora chi organizza le comunioni, magari si fa lasciare la donazione per noi al negozio di bomboniere. Una mia alunna che si è sposata ha donato un bel gruzzolo alla nostra associazione, attraverso questo metodo delle bomboniere».

Quest’anno, persino la nota fotografa di Dolce&Gabbana, Ursula Costa, ha contattato l'Associazione Salus e ha realizzato un calendario molto schietto, totalmente anticonvenzionale, con le foto delle ironiche pazienti, dipingendo il vigore dei loro sorrisi e delle pose disarmanti con la tecnica del bianco e nero.

Questi scatti sono diventati dei pannelli d'autore che vanno in mostra con il titolo “Il Filo dell’anima” nelle sedi istituzionali di Messina e provincia ma anche di altre località e negli ospedali.

L’esposizione fotografica è stata fruibile dallo scorso 29 aprile al 13 maggio al Palazzo Municipale di Milazzo ma è stata portata anche a Barcellona Pozzo di Gotto e attualmente si trova alle Isole Eolie - a Santa Marina Salina, sempre nella Casa comunale dal 22 giugno fino al 18 luglio. Dopo sarà collocata nei comuni limitrofi a Malfa e Leni e a Lipari ed è stata richiesta anche a Caltanissetta.

A creare l'effetto domino di eventi è stata Paino che con l’Associazione Salus ha ottenuto quello di Milazzo, nell'ambito del Protocollo d’intesa siglato con il Comune mamertino e attraverso l’assessorato ai Servizi Sociali. Il traid d’union è dato dalle donne milazzesi che si stringono la mano nella difficile scalata della chemioterapia e mira a sensibilizzare la cittadinanza sull’importanza della prevenzione sulle patologie tumorali.

La ex docente si è cucita addosso la carriera d’insegnamento ai ragazzi della scuola media, anche vissuta fuori Messina, fino a metà degli anni Ottanta fra Verbania e Domodossola.

Poi rientra nella Città dello Stretto ma in provincia e conclude la sua attività nel comune tirrenico Venetico, dopo tanti anni a Roccavaldina. Si lega a questa area tra mare e montagna ed è qui che pungola la sua azione politica.

Dagli anni 2000, diventa prima consigliere comunale con una lista civica a Roccavaldina e poi ricopre per quattro anni il ruolo di assessore alla Cultura, Turismo e Servizi Sociali. Attualmente, è impegnata come presidente della “Pro Loco” di Roccavaldina con cui si batte per non fare morire alcuni prodotti tipici, si è intrecciata come adepta ai valori di Slow Food ed è presidente di un’altra associazione culturale “Antares” che attira progetti formativi per i giovani quali scambi culturali dall’età scolare all’Università (tipo Erasmus).

Paino non è una donna comune ma è un esempio di chi supera il cancro e coglie l'insegnamento per sé e gli altri. Per quanto riguarda l’Arcipelago eoliano c’è una particolare propensione per questo argomento «perché i pazienti seguiti dal nostro servizio – ribadisce la professoressa - avrebbero dovuto pagare un occhio della testa per prendere il taxi e recarsi a Taormina per il trattamento di chemio.

Quando abbiamo acquistato la navetta, le Amministrazioni di Lipari e Santa Marina Salina ci hanno donato l’una 4mila euro e l’altra 1800 euro, mediante una serata di beneficienza. Ecco perché sul nostro mezzo abbiamo i loghi di queste Isole Minori, oltre a quello della Banca di Taormina dove abbiamo il conto e che abbiamo immortalato e la Banca di Credito Cooperativo di Pachino che ogni tanto elargisce delle offerte. In sostanza, un pulmino fatto da più cuori».

L’associazione è dedicata al Primario di Chirurgia Generale che ha esercitato per tanti anni al “San Vincenzo” di Taormina e che non era solo un bravo professionista ma anche una persona che si spendeva per i suoi assistiti a tutte le ore. Chi ha avuto modo di affidarsi al suo consulto racconta che D’Agostino scappava anche di notte indossando l’impermeabile sopra il pigiama e non ha mai percepito nulla per queste prestazioni extra.

Così, Grazia Paino ha pensato: «Quale migliore personaggio che dona il suo tempo e le sue premure con un senso di gratuità verso la gente per intitolare l’Associazione del territorio?».

Tutti coloro che lavorano nelle unità correlate Oncologia Medica e Chirurgia Oncologica (a partire dal primario Panebianco, passando per Ferraù, fino al figlio d’arte Mario D’Agostino) hanno una naturale predisposizione per la vulnerabilità dei pazienti che va al di là dei turni lavorativi.

Integrare a questo lavoro la soddisfazione di far sentire a loro agio circa 1000 persone che negli anni sono ricorse alla “Salus” rende il mondo più dignitoso.
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