AMBIENTE

HomeNewsAttualitàAmbiente

Agrifogli giganti in Sicilia e dove trovarli: la pianta magica (tutto l'anno)

Alcune di queste piante, sono ben 317, raggiungono persino i 20 metri di altezza e sono fra gli esemplari più grandi del Sud Italia, oltre che tra le più antiche

Aurelio Sanguinetti
Esperto di scienze naturali
  • 9 ottobre 2024

L'agrifoglio

Considerate da molte persone solo durante il periodo natalizio, per via del loro uso negli addobbi, le piante di agrifoglio sono fra le più importanti della Sicilia, come dimostra un recente studio finanziato dall’ente Parco delle Madonie, che ha l’obiettivo di studiare gli Agrifogli monumentali del bosco di Piano Pomo, che si trova nel territorio del comune di Petralia Sottana e di Castelbuono.

Alcune di queste piante, che contano un totale di 317 unità, raggiungono persino i 20 metri di altezza e sono fra gli esemplari più grandi del Sud Italia, oltre che tra le più antiche.

Esse, infatti, hanno circa 300 anni di età e permettono agli scienziati di stabilire quali erano le condizioni ecologiche delle montagne delle Madonie precedentemente lo sviluppo della Rivoluzione industriale.

Partecipano a questo progetto anche alcuni dei più noti e famosi docenti di botanica del nostro paese, come Rosario Schicchi, del dipartimento di Scienze agrarie, alimentari e forestali dell'Università di Palermo, e Gianluca Piovesan, del dipartimento di Scienze ecologiche e biologiche dell'Università della Tuscia.
Adv
Entrambi stanno collaborando con il commissario dell'Ente Parco, Salvatore Caltagirone, per sviluppare l’intero progetto, che ha lo scopo ultimo di preservare gli agrifogli già considerati da molti studiosi come «i più rappresentativi del Mediterraneo», visto che per incontrare esemplari di simili dimensioni bisogna per forza di cose raggiungere la Norvegia e arrivare dall’altra parte del continente.

«Questi agrifogli sono unici in tutto il mondo e in considerazione del loro elevato valore biologico e storico abbiamo deciso di sviluppare questo progetto» hanno dichiarato i ricercatori coinvolti in una nota stampa.

Cosa rende però queste piante così particolari, rispetto alle altre specie presenti in Sicilia? A dare valore a questi agrifogli è la loro provenienza, visto che il bosco di Piano Pomo si può considerare l’ultimo erede di una foresta che coprì per buona parte la Sicilia durante il periodo Terziario, di preciso nell’epoca dell’ere glaciali.

In quel frangente il clima siciliano era molto più freddo rispetto all’attuale condizioni climatica e la nostra regione aveva un paesaggio molto più alpino di quanto avremmo mai potuto immaginare, se non avessimo ottenuto delle prove paleontologiche.

Quando però il disgelo cominciò a liberare l’Europa dalla copertura dei ghiacci, per via del surriscaldamento globale, le foreste del Terziario cominciarono a subire una grave crisi, che li indusse a retrocedere.

Sulle Madonie e sui Nebrodi, tuttavia, un gran numero di piante provenienti da quel periodo riuscirono a adattarsi al cambiamento climatico, rifugiandosi in habitat favorevoli dove disponevano di accentuata umidità e di luce attenuata.

Possiamo quindi considerare gli agrifogli di Piano Pomo come gli ultimi eredi di una stirpe che ha dovuto affrontare molteplici sfide per continuare a sopravvivere in un territorio in perenne cambiamento.

«Il nostro progetto è unico nel suo genere - ha spiegato il professore Schicchi all’interno della nota. - Il boschetto degli agrifogli monumentali è costituito infatti da alberi che congiungono in alto le loro chiome formando una cupola verde pressoché continua, che custodisce al suo interno una straordinaria bellezza e solennità.

Una sorta di colonnato vegetale che può essere considerato, a ragion veduta, un Santuario della Natura delle nostre Madonie. Le forme e dimensioni inusuali sono il risultato dei fusti vicini saldatisi grazie ad un particolare tipo di innesto naturale (innesto per approssimazione)».

Nei prossimi mesi le Madonie si aspettano quindi di ricevere la visita di un gran numero di esperti e di studiosi, che avranno il compito di mappare, misurare e verificare lo stato di salute degli alberi, in modo tale da sviluppare un percorso di conservazione che consenta a queste piante di vivere più serenamente le sfide ambientali del futuro, in apparenza molto fosco per via della siccità e dell’aumento del numero degli incendi.
Se ti è piaciuto questo articolo, continua a seguirci...
Iscriviti alla newsletter
Cliccando su "Iscriviti" confermo di aver preso visione dell'informativa sul trattamento dei dati.

GLI ARTICOLI PIÙ LETTI