Visite per non udenti: Palazzo De Gregorio si apre al linguaggio dei segni

Palazzo De Gregorio a Palermo
In occasione de "Le vie dei tesori" (visualizza l'articolo di approfondimento), i luoghi d'arte di Palermo si aprono al pubblico. Luoghi dimenticati o normalmente chiusi possono essere scoperti grazie a visite eccezionali, e per questa edizione si è pensato anche a dei particolari percorsi per disabili: sabato 7 ottobre, è in programma una visita per non udenti a Palazzo De Gregorio.
La visita è riservata a 50 persone ed è necessario prenotare. Nel linguaggio dei segni verrà spiegato come l'edificio, sede del Comune, nacque nel 1470 per volere del pretore Pietro Speciale. Ampliato nel 1553 e poi nel 1615, custodisce affreschi, statue, dipinti di pregio.
In occasione del restauro del 1875 a opera dell’architetto Giuseppe Damiani Almeyda, gli furono tolte le parti barocche. Una chicca è l’orologio sulla facciata principale, che è tornato in funzione nel settembre del 2014 dopo trent’anni.
Acquistato dalla giunta presieduta dal sindaco Antonio Starrabba, marchese di Rudinì, nel 1864, suona ogni quindici minuti. Sotto il quadrante dell’orologio è scritta l’epigrafe "Pereunt et imputantur", cioè “Le ore passano e non vanno sprecate”: un invito ai governanti a fare buon uso del tempo a vantaggio della cosa pubblica.
La visita è riservata a 50 persone ed è necessario prenotare. Nel linguaggio dei segni verrà spiegato come l'edificio, sede del Comune, nacque nel 1470 per volere del pretore Pietro Speciale. Ampliato nel 1553 e poi nel 1615, custodisce affreschi, statue, dipinti di pregio.
In occasione del restauro del 1875 a opera dell’architetto Giuseppe Damiani Almeyda, gli furono tolte le parti barocche. Una chicca è l’orologio sulla facciata principale, che è tornato in funzione nel settembre del 2014 dopo trent’anni.
Acquistato dalla giunta presieduta dal sindaco Antonio Starrabba, marchese di Rudinì, nel 1864, suona ogni quindici minuti. Sotto il quadrante dell’orologio è scritta l’epigrafe "Pereunt et imputantur", cioè “Le ore passano e non vanno sprecate”: un invito ai governanti a fare buon uso del tempo a vantaggio della cosa pubblica.
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