Visita al Monastero di San Placido Calonerò di Messina, luogo di preghiera in cui sostò l'imperatore Carlo V

Monastero San Placido Calonerò di Messina
Viene ricostruita la vera anima liberty della Messina di inizio secolo, attraverso le ville private, i palazzetti storici, persino il Circolo della Borsa (inedito anche per i messinesi).
La città dello Stretto riaccoglie "Le Vie dei Tesori", e apre quest’anno ventinove luoghi, dal 14 al 30 settembre, per tre weekend.
Era una sera d'ottobre del 1535. L'imperatore Carlo V, reduce dai trionfi di Tunisi contro gli infedeli, sorpreso da un temporale, si rifugiò per la notte nel monastero di San Placido Calonerò (da “acque belle” in greco, perché sorto nei pressi di una sorgente), dedicato al martire cristiano. E in quella notte, colpito da un fulmine, morì un suo cortigiano. Ma le origini del complesso benedettino sono più antiche di circa due secoli. Già nel 1368 il monastero era diventato abbazia, riconosciuta dal papa.
Nel XVI secolo, il centro religioso e culturale venne ampliato e abbellito con due splendidi chiostri per festeggiare il ritrovamento a Messina, nel 1588, delle reliquie del martire san Placido. Nel 1633 il monastero fu abbandonato dai monaci e nel 1866 confiscato dallo Stato. Secondo recenti studi sorse sui resti dell'antica Villa romana di Santa Melania, dove fu sepolto Rufino di Aquileia. Interessanti i vasti ambienti ipogeici, come pure la piccola cuba nel giardino a sud del monastero. Oggi l’edificio è sede di un Istituto scolastico agrario dove si studia, si sperimenta e si produce anche il vino.
La visita ha una durata di 30 minuti ed è accessibile ai disabili.
La città dello Stretto riaccoglie "Le Vie dei Tesori", e apre quest’anno ventinove luoghi, dal 14 al 30 settembre, per tre weekend.
Era una sera d'ottobre del 1535. L'imperatore Carlo V, reduce dai trionfi di Tunisi contro gli infedeli, sorpreso da un temporale, si rifugiò per la notte nel monastero di San Placido Calonerò (da “acque belle” in greco, perché sorto nei pressi di una sorgente), dedicato al martire cristiano. E in quella notte, colpito da un fulmine, morì un suo cortigiano. Ma le origini del complesso benedettino sono più antiche di circa due secoli. Già nel 1368 il monastero era diventato abbazia, riconosciuta dal papa.
Nel XVI secolo, il centro religioso e culturale venne ampliato e abbellito con due splendidi chiostri per festeggiare il ritrovamento a Messina, nel 1588, delle reliquie del martire san Placido. Nel 1633 il monastero fu abbandonato dai monaci e nel 1866 confiscato dallo Stato. Secondo recenti studi sorse sui resti dell'antica Villa romana di Santa Melania, dove fu sepolto Rufino di Aquileia. Interessanti i vasti ambienti ipogeici, come pure la piccola cuba nel giardino a sud del monastero. Oggi l’edificio è sede di un Istituto scolastico agrario dove si studia, si sperimenta e si produce anche il vino.
La visita ha una durata di 30 minuti ed è accessibile ai disabili.
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