Un tempio pagano trasformato in simbolo di cristianità: visite alla chiesa di Santa Maria dei Greci di Agrigento

Santa Maria dei Greci ad Agrigento
Anche Agrigento partecipa a "Le Vie dei Tesori", ogni venerdì, sabato e domenica dal 14 al 30 settembre, apre le porte di siti e monumenti e fa scoprire i suoi gioielli.
Aperta alle visite anche la chiesa di Santa Maria dei Greci, un luogo si fondono il mondo pagano e quello cristiano. La chiesa del XII-XIII secolo, infatti, è stata edificata sui resti di un antico tempio di Giove Polieo o di Atena, del quale sarà visibile eccezionalmente il crepìdoma (la piattaforma a gradini) recentemente scoperto.
Detta “dei Greci” perché fu anche cattedrale di rito greco-ortodosso, divenne poi cattedrale cattolica, prima di San Gerlando. Meta di pellegrinaggi in età medievale conserva ancora, incisi sulla pietra, i segni della “triplice cinta”, ovvero tre simbolici quadrati concentrici che i visitatori solevano lasciare sui siti sacri dove andavano a pregare.
Sono visibili le trasformazioni avvenute nel XIV secolo, nel periodo dell’influenza della famiglia Chiaramonte e di quella spagnola dei Pujades, che governò Agrigento per il Regio demanio, come rivelano le insegne sul portale. L’interno è spoglio, con tracce di un ciclo di affreschi trecentesco sulla “Madonna del latte”.
Durante recenti restauri, sono stati trovati la cripta e il colatoio. Nei locali attigui è allestita una mostra fotografica su Pirandello, a cura della Soprintendenza.
La visita ha una durata di 20 minuti ed è accessibile ai disabili.
Aperta alle visite anche la chiesa di Santa Maria dei Greci, un luogo si fondono il mondo pagano e quello cristiano. La chiesa del XII-XIII secolo, infatti, è stata edificata sui resti di un antico tempio di Giove Polieo o di Atena, del quale sarà visibile eccezionalmente il crepìdoma (la piattaforma a gradini) recentemente scoperto.
Detta “dei Greci” perché fu anche cattedrale di rito greco-ortodosso, divenne poi cattedrale cattolica, prima di San Gerlando. Meta di pellegrinaggi in età medievale conserva ancora, incisi sulla pietra, i segni della “triplice cinta”, ovvero tre simbolici quadrati concentrici che i visitatori solevano lasciare sui siti sacri dove andavano a pregare.
Sono visibili le trasformazioni avvenute nel XIV secolo, nel periodo dell’influenza della famiglia Chiaramonte e di quella spagnola dei Pujades, che governò Agrigento per il Regio demanio, come rivelano le insegne sul portale. L’interno è spoglio, con tracce di un ciclo di affreschi trecentesco sulla “Madonna del latte”.
Durante recenti restauri, sono stati trovati la cripta e il colatoio. Nei locali attigui è allestita una mostra fotografica su Pirandello, a cura della Soprintendenza.
La visita ha una durata di 20 minuti ed è accessibile ai disabili.
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