"Svernissage": una attenta analisi al mondo interiore dell’artista Antonello Bonanno Conti
"La Santa", opera di Antonello Bonanno Conti visibile alla mostra
Dopo il lungo lockdown, lo studio d'arte Cocco Arte Contemporanea riapre le sue porte e lo fa con "Svernissage", la mostra personale di Antonello Bonanno Conti, a cura di Laura Faranda. Un viaggio visivo ed emotivo tra i lavori più nuovi dell'artista, con un’attenzione ad opere realizzate durante la quarantena.
Il titolo della mostra è stato scelto perché oggi più che mai è neccessario "sverniciare", lasciare cadere, "sgocciolare" tutte le sovrastrutture interiori ed esteriori presenti, in modo più o meno evidente, in ciascun individuo ed in ogni circostanza dell'esistenza.
Il lavoro artistico di Bonanno Conti prima di atterrare al colore vivace, brillante, magistralmente versato, cadenzato, miscelato su ogni tipo di supporto (tela, lastra fotografica, legno, alluminio...), si avvale di una attenta analisi al mondo interiore dell’artista e a quello esteriore a lui circostante, in cui protagonisti assoluti appaiono essere manichini.
Figure, questi ultimi, per lo più calve, glabbre, prive di vitalità, dipinte lasciando trasparire (a parte una solida preparazione pittorica) una solida esperienza scultorea e reminiscenze di certa arte contemporanea folk americana.
Complessivamente, l’arte di Bonanno Conti (quella pittorica, scultorea e di design) arriva nel profondo dell’animo dello spettatore per conversare con lui e, al contempo, confrontarsi in un dialogo alla pari, in cui l’artista trasmette un suo messaggio, lasciando a colui che lo coglie e lo accoglie l’opportunità di rivederlo.
Il titolo della mostra è stato scelto perché oggi più che mai è neccessario "sverniciare", lasciare cadere, "sgocciolare" tutte le sovrastrutture interiori ed esteriori presenti, in modo più o meno evidente, in ciascun individuo ed in ogni circostanza dell'esistenza.
Il lavoro artistico di Bonanno Conti prima di atterrare al colore vivace, brillante, magistralmente versato, cadenzato, miscelato su ogni tipo di supporto (tela, lastra fotografica, legno, alluminio...), si avvale di una attenta analisi al mondo interiore dell’artista e a quello esteriore a lui circostante, in cui protagonisti assoluti appaiono essere manichini.
Figure, questi ultimi, per lo più calve, glabbre, prive di vitalità, dipinte lasciando trasparire (a parte una solida preparazione pittorica) una solida esperienza scultorea e reminiscenze di certa arte contemporanea folk americana.
Complessivamente, l’arte di Bonanno Conti (quella pittorica, scultorea e di design) arriva nel profondo dell’animo dello spettatore per conversare con lui e, al contempo, confrontarsi in un dialogo alla pari, in cui l’artista trasmette un suo messaggio, lasciando a colui che lo coglie e lo accoglie l’opportunità di rivederlo.
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