Splendida e fragile: visite alla Cattedrale di San Gerlando e Sagrestia monumentale di Agrigento

La Cattedrale di San Gerlando ad Agrigento
Anche Agrigento partecipa a "Le Vie dei Tesori", ogni venerdì, sabato e domenica dal 14 al 30 settembre, apre le porte di siti e monumenti e fa scoprire i suoi gioielli.
Apre uno dei luoghi più affascinanti di Agrigento, tanto splendida quanto fragile, chiusa al culto nel 1966 dopo una frana rovinosa,poi messa in sicurezza e riaperta nel 2014, ma ancor oggi minacciata dallo smottamento della collinetta. Ecco la Cattedrale di San Gerlando, rara testimonianza di architettura arabo-normanna, fondata attorno al 1093.
L’interno, che rispecchia vari stili, è riccamente decorato e pieno di opere d’arte. Visitabile anche la ricca Sagrestia monumentale, della fine del Cinquecento, in legno finemente scolpito, che custodisce pregevoli paramenti sacri, dove la domenica si potrà assistere a un laboratorio di restauro.
Nell’archivio della torre (attualmente in restauro e non aperta al pubblico) si conserva la copia della “lettera del diavolo”, un misterioso documento, che, secondo una suggestiva leggenda, ripresa pure da Tomasi di Lampedusa e Andrea Camilleri, sarebbe stato dettato da Belzebù in persona a una suora del monastero di Palma di Montechiaro. In occasione del festival, la “lettera” verrà spostata nella sacrestia e quindi visitabile.
La visita ha una durata di 20 minuti e non è accessibile ai disabili.
Apre uno dei luoghi più affascinanti di Agrigento, tanto splendida quanto fragile, chiusa al culto nel 1966 dopo una frana rovinosa,poi messa in sicurezza e riaperta nel 2014, ma ancor oggi minacciata dallo smottamento della collinetta. Ecco la Cattedrale di San Gerlando, rara testimonianza di architettura arabo-normanna, fondata attorno al 1093.
L’interno, che rispecchia vari stili, è riccamente decorato e pieno di opere d’arte. Visitabile anche la ricca Sagrestia monumentale, della fine del Cinquecento, in legno finemente scolpito, che custodisce pregevoli paramenti sacri, dove la domenica si potrà assistere a un laboratorio di restauro.
Nell’archivio della torre (attualmente in restauro e non aperta al pubblico) si conserva la copia della “lettera del diavolo”, un misterioso documento, che, secondo una suggestiva leggenda, ripresa pure da Tomasi di Lampedusa e Andrea Camilleri, sarebbe stato dettato da Belzebù in persona a una suora del monastero di Palma di Montechiaro. In occasione del festival, la “lettera” verrà spostata nella sacrestia e quindi visitabile.
La visita ha una durata di 20 minuti e non è accessibile ai disabili.
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