"Delirio d'Amore" al Sant'Eugenio, tra perdita e assenza di emozione e sentimento
L'attore Mirko Ingrassia in "Delirio d'Amore"
Per la rassegna "Pubblic-Azione" diretta da Marco Pupella al nuovo teatro Sant'Eugenio di Palermo (piazza Europa 39/40) va in scena "Delirio d'Amore", giovedì 12 aprile alle ore 21.15.
Lo spettacolo si muove su testo e regia di Marco Pupella ed è tratto da uno dei tre racconti contenuti nell’ultima opera letteraria dello scrittore Giovanni Taibi. Sul palco salgono Sandra Zerilli, Nando Chifari, Irene Enea, Mirko Ingrassia e Francesco Grisafi.
"Delirio d'Amore" narra la gioia e il dolore del giovane Salvo, un ragazzo fino a poco tempo prima normale, brillante, pervaso dalla bella gioia di vivere tipica dei giorni nostri che purtroppo precipita in quella condizione devastante che solo una cocente delusione d’amore può provocare.
E allora ecco il "Delirio" che si impadronisce del protagonista e della scena e che proietta il pubblico in una atmosfera a tratti claustrofobica e nichilistica. Non è la solita comune storia d’amore andata a male: il protagonista è rimasto intrappolato nelle sabbie mobili dell’immobilità emotiva, non è più in grado né di amare né di provare altre emozioni.
Invoca, invano, l'aiuto della donna che una volta era quella della sua vita per ritrovare ciò che ha perso. Al suo dramma fa da sfondo tutto la madre, certa di non avere fatto alcun errore durante la sua crescita in quanto gli ha assicurato un’infanzia e adolescenza felici.
Lo spettacolo si muove su testo e regia di Marco Pupella ed è tratto da uno dei tre racconti contenuti nell’ultima opera letteraria dello scrittore Giovanni Taibi. Sul palco salgono Sandra Zerilli, Nando Chifari, Irene Enea, Mirko Ingrassia e Francesco Grisafi.
"Delirio d'Amore" narra la gioia e il dolore del giovane Salvo, un ragazzo fino a poco tempo prima normale, brillante, pervaso dalla bella gioia di vivere tipica dei giorni nostri che purtroppo precipita in quella condizione devastante che solo una cocente delusione d’amore può provocare.
E allora ecco il "Delirio" che si impadronisce del protagonista e della scena e che proietta il pubblico in una atmosfera a tratti claustrofobica e nichilistica. Non è la solita comune storia d’amore andata a male: il protagonista è rimasto intrappolato nelle sabbie mobili dell’immobilità emotiva, non è più in grado né di amare né di provare altre emozioni.
Invoca, invano, l'aiuto della donna che una volta era quella della sua vita per ritrovare ciò che ha perso. Al suo dramma fa da sfondo tutto la madre, certa di non avere fatto alcun errore durante la sua crescita in quanto gli ha assicurato un’infanzia e adolescenza felici.
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