"Buttanissima Sicilia" al Politeama: Salvo Piparo racconta l'Isola, tra gioie e dolori
Il cuntista Salvo Piparo
Uno spettacolo che lascia a metà tra il riso e l'amaro: "Buttanissima Sicilia" va in scena al Politeama Garibaldi di Palermo, domenica 14 maggio, per parlare di una regione amata e odiata in particolar modo da chi la vive sulla propria pelle.
Protagonisti sono Salvo Piparo, Costanza Licata e Irene Maria Salerno, che conducono il pubblico in un turbinare di gioie e dolori basate sull'omonimo libro di Pierangelo Buttafuoco, dove il contrasto è netto, forte, divertente.
Le "cose di Sicilia" sono protagoniste assolute dello spettacolo: incroci di passato, presente e futuro in un crescendo di satira feroce, di coraggiose ammissioni, di teste chine per la disfatta.
Sul palco i tre attori si muovono, si scambiano, si fanno portatori di fierezza e allo stesso tempo di dolori, di scherzi divertenti e di osservazioni taglienti: la Sicilia diventa a tratti una terra desolata dove tutto e bruciato e a tratti una terra ancora salvabile, ancora vivibile e viva.
Tra duelli verbali e rime baciate, la regia di Giuseppe Sottile del Basto fa muovere lo spettatore tra mafia, antimafia, farsa, tragedia, presunti colpevoli e colpevoli assodati. Il sarcasmo dei protagonisti taglia e ricuce ferite che bruciano, ma senza scordare di fare sorridere.
Nel calderone dello spettacolo emergono protagonisti attuali e non attuali: Mirello, Totò Vasa Vasa, Mastro Don Gesualdo, Saro, poetizzati e ridotti a macchiette. L'antico e il contemporaneo si fondono e avanzano nella narrazione, con lo scopo di divertire e far riflettere.
Protagonisti sono Salvo Piparo, Costanza Licata e Irene Maria Salerno, che conducono il pubblico in un turbinare di gioie e dolori basate sull'omonimo libro di Pierangelo Buttafuoco, dove il contrasto è netto, forte, divertente.
Le "cose di Sicilia" sono protagoniste assolute dello spettacolo: incroci di passato, presente e futuro in un crescendo di satira feroce, di coraggiose ammissioni, di teste chine per la disfatta.
Sul palco i tre attori si muovono, si scambiano, si fanno portatori di fierezza e allo stesso tempo di dolori, di scherzi divertenti e di osservazioni taglienti: la Sicilia diventa a tratti una terra desolata dove tutto e bruciato e a tratti una terra ancora salvabile, ancora vivibile e viva.
Tra duelli verbali e rime baciate, la regia di Giuseppe Sottile del Basto fa muovere lo spettatore tra mafia, antimafia, farsa, tragedia, presunti colpevoli e colpevoli assodati. Il sarcasmo dei protagonisti taglia e ricuce ferite che bruciano, ma senza scordare di fare sorridere.
Nel calderone dello spettacolo emergono protagonisti attuali e non attuali: Mirello, Totò Vasa Vasa, Mastro Don Gesualdo, Saro, poetizzati e ridotti a macchiette. L'antico e il contemporaneo si fondono e avanzano nella narrazione, con lo scopo di divertire e far riflettere.
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