"Seductions" al Museo Riso di Palermo: negli scatti di Weber anche Hugh Grant e Kate Moss
Kate Moss - dettaglio della foto di Uil Weber
Cinquanta immagini fotografiche di grandi dimensioni, realizzate con raffinate tecniche di stampa che si snodano attraverso i ritratti iconici di personaggi famosi del mondo della moda, del cinema, dell’arte, della musica, attraverso i quali Uil Weber cattura l’anima del soggetto.
Al Museo Riso, a Palermo, inaugura giovedì 14 aprile alle 18.00 "Seductions", la personale del noto fotografo tedesco, curata da Daniela Brignone in collaborazione con Paola Colombari. La mostra resterà aperta fino al 15 maggio.
La freschezza e la genuinità di una giovanissima Kate Moss, la sensualità di Natalia Vodianova, oppure il volto satirico e ambivalente di un Boy George nella versione di un affabile diavolo.
Anche i volti di noti attori come Jeremy Irons, Hugh Grant o il noto musicista Sting sono colti nella segreta scintilla di una verità nascosta.
La ritrattistica nella sua forma pura fa da contraltare ad una selezione di immagini dedicate alla seduzione della bellezza nei linguaggi della natura. Ecco così scatti che mostrano i paesaggi della Basilicata con le sue radici antiche, nascoste, melanconiche; immagini in cui l’autore sottolinea l’incontro tra lo splendore naturale e la sua desolazione, come nella foto del "Monte Pollino" o nel "Giardino degli Dei".
La stessa forza della bellezza seduttiva che si ritrova nell’interpretazione elegante e dinamica delle foto che fanno parte del Ciclo di ritratti artistici di cavalieri Polo per Hackett London, in cui Uli Weber indaga il rapporto misterioso tra l’Uomo e il mondo equino, creando veri e propri quadri, che esaltano un’estetica statuaria quasi perfetta che ci riporta al mondo greco classico.
«Le fotografie di Uli Weber – sottolinea l’assessore regionale dei Beni culturali e dell’Identità siciliana, Alberto Samonà - non ci lasciano mai indifferenti. Il suo è uno sguardo che va oltre l’immagine e ci mostra un punto di osservazione diverso e affascinante, un modo di interpretare la realtà che riesce a cogliere in uno scatto l'essenza più autentica, rappresentandola in una forma espressiva di grande potenza comunicativa. Accogliere nelle sale del Museo Riso una mostra fotografica dedicata a Uli Weber costituisce un’eccezionale opportunità per Palermo, che grazie all' Assessorato dei Beni culturali, ancora una volta, accoglie iniziative di portata internazionale».
«È facile cogliere il senso di ogni immagine, elemento partecipe di una realtà e delle sue dinamiche, dove l’affermazione della bellezza è strettamente connessa ai tòpoi culturali di ogni territorio», scrive Daniela Brignone in catalogo.
La sua ricerca lo porta, infatti, anche ad esplorare i paesaggi urbani, quei luoghi del meridione dove dominano le tradizioni, tra cui quella delle luminarie salentine che fanno da contorno ad atmosfere surreali, quasi felliniane. «L’anima di Weber – continua la curatrice - influenzata dai modelli e dalle lezioni dei grandi maestri della fotografia, tra i quali Henry Cartier-Bresson, osa evadere talvolta dagli schemi preordinati, lasciando spazio ad una modernità che pulsa e respira in sintonia con l’uomo».
Al Museo Riso, a Palermo, inaugura giovedì 14 aprile alle 18.00 "Seductions", la personale del noto fotografo tedesco, curata da Daniela Brignone in collaborazione con Paola Colombari. La mostra resterà aperta fino al 15 maggio.
La freschezza e la genuinità di una giovanissima Kate Moss, la sensualità di Natalia Vodianova, oppure il volto satirico e ambivalente di un Boy George nella versione di un affabile diavolo.
Anche i volti di noti attori come Jeremy Irons, Hugh Grant o il noto musicista Sting sono colti nella segreta scintilla di una verità nascosta.
La ritrattistica nella sua forma pura fa da contraltare ad una selezione di immagini dedicate alla seduzione della bellezza nei linguaggi della natura. Ecco così scatti che mostrano i paesaggi della Basilicata con le sue radici antiche, nascoste, melanconiche; immagini in cui l’autore sottolinea l’incontro tra lo splendore naturale e la sua desolazione, come nella foto del "Monte Pollino" o nel "Giardino degli Dei".
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Lo stesso sentimento di seduzione che ritroviamo nell’omaggio che Weber fa alla femminilità vista attraverso uno sguardo leggermente erotico e sensuale, che si rivela nelle inquadrature delle immagini di "Alter Ego" in cui l’occhio del fotografo coglie la vivacità dei colori che abitano il corpo sinuoso di una donna ritratta con l’Irezumi, i tatuaggi della tradizionale arte giapponese, sublimandolo al confine tra realtà e sogno surreale.La stessa forza della bellezza seduttiva che si ritrova nell’interpretazione elegante e dinamica delle foto che fanno parte del Ciclo di ritratti artistici di cavalieri Polo per Hackett London, in cui Uli Weber indaga il rapporto misterioso tra l’Uomo e il mondo equino, creando veri e propri quadri, che esaltano un’estetica statuaria quasi perfetta che ci riporta al mondo greco classico.
«Le fotografie di Uli Weber – sottolinea l’assessore regionale dei Beni culturali e dell’Identità siciliana, Alberto Samonà - non ci lasciano mai indifferenti. Il suo è uno sguardo che va oltre l’immagine e ci mostra un punto di osservazione diverso e affascinante, un modo di interpretare la realtà che riesce a cogliere in uno scatto l'essenza più autentica, rappresentandola in una forma espressiva di grande potenza comunicativa. Accogliere nelle sale del Museo Riso una mostra fotografica dedicata a Uli Weber costituisce un’eccezionale opportunità per Palermo, che grazie all' Assessorato dei Beni culturali, ancora una volta, accoglie iniziative di portata internazionale».
«È facile cogliere il senso di ogni immagine, elemento partecipe di una realtà e delle sue dinamiche, dove l’affermazione della bellezza è strettamente connessa ai tòpoi culturali di ogni territorio», scrive Daniela Brignone in catalogo.
La sua ricerca lo porta, infatti, anche ad esplorare i paesaggi urbani, quei luoghi del meridione dove dominano le tradizioni, tra cui quella delle luminarie salentine che fanno da contorno ad atmosfere surreali, quasi felliniane. «L’anima di Weber – continua la curatrice - influenzata dai modelli e dalle lezioni dei grandi maestri della fotografia, tra i quali Henry Cartier-Bresson, osa evadere talvolta dagli schemi preordinati, lasciando spazio ad una modernità che pulsa e respira in sintonia con l’uomo».
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