Rosalia attraverso i secoli e le nazionalità: la mostra all'Archivio Storico di Palermo
Uno degli scatti di Melania Messina
"Rosalia: Santa patrona e dea madre dei popoli uniti" è il titolo della mostra fotografica di Melania Messina, da un progetto a cura di Emilia Valenza e Rosario Perricone, che viene inaugurata domenica 29 dicembre alle 17.00 all'Archivio Storico comunale di Palermo.
Il corpus fotografico di Melania Messina è un racconto per immagini del rapporto che lega la figura di Rosalia, vergine ed eremita nel luogo sacro del Monte Pellegrino, al popolo palermitano, cittadini di nazionalità diverse che esprimono la loro devozione nelle forme più intime ma anche spettacolari.
Il progetto, cominciato negli anni Novanta, arriva fino a oggi: negli anni le richieste dei devoti della Santa, testimoniate dalle lettere fotografate all'interno dell'Archivio del santuario, rimangono le stesse e sono emblematiche dei problemi atavici che affliggono il territorio: richieste di lavoro, di protezione familiare, di fertilità, di buona gravidanza.
Alla Santa si chiede spesso di intervenire lì dove la pubblica amministrazione non riesce a risolvere le questioni di carattere sociale.
Il titolo della mostra è esplicativo di una devozione condivisa tra i popoli che hanno abitato questa città, fin dai secoli passati.
Dalla Dea Tanit alla fanciulla vergine della grotta, palermitani autoctoni e stranieri naturalizzati si incontrano nel cammino sul Monte Pellegrino, si incrociano nei vicoli della città e si integrano nella comune speranza di un intervento risolutivo della santa patrona.
Foto in analogico e in digitale, costruiscono il racconto evidenziando la differenza del mezzo usato, cercando di evocare come in un sussurro e a frammenti il dialogo dei fedeli con Rosalia.
La mostra resta visitabile fino al 9 febbraio 2025, dal lunedì al venerdì dalle 8.30 alle 13.30 e il mercoledì e giovedì dalle 15.30 alle 17.30.
Il corpus fotografico di Melania Messina è un racconto per immagini del rapporto che lega la figura di Rosalia, vergine ed eremita nel luogo sacro del Monte Pellegrino, al popolo palermitano, cittadini di nazionalità diverse che esprimono la loro devozione nelle forme più intime ma anche spettacolari.
Il progetto, cominciato negli anni Novanta, arriva fino a oggi: negli anni le richieste dei devoti della Santa, testimoniate dalle lettere fotografate all'interno dell'Archivio del santuario, rimangono le stesse e sono emblematiche dei problemi atavici che affliggono il territorio: richieste di lavoro, di protezione familiare, di fertilità, di buona gravidanza.
Alla Santa si chiede spesso di intervenire lì dove la pubblica amministrazione non riesce a risolvere le questioni di carattere sociale.
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La fotografa sembra analizzare le parole scritte sui fogli lasciati all'interno del santuario e osserva gli ex-voto raccolti nella grotta della santa, cosicché la fotografia diventa irrimediabilmente parte del corpus votivo documentato.Il titolo della mostra è esplicativo di una devozione condivisa tra i popoli che hanno abitato questa città, fin dai secoli passati.
Dalla Dea Tanit alla fanciulla vergine della grotta, palermitani autoctoni e stranieri naturalizzati si incontrano nel cammino sul Monte Pellegrino, si incrociano nei vicoli della città e si integrano nella comune speranza di un intervento risolutivo della santa patrona.
Foto in analogico e in digitale, costruiscono il racconto evidenziando la differenza del mezzo usato, cercando di evocare come in un sussurro e a frammenti il dialogo dei fedeli con Rosalia.
La mostra resta visitabile fino al 9 febbraio 2025, dal lunedì al venerdì dalle 8.30 alle 13.30 e il mercoledì e giovedì dalle 15.30 alle 17.30.
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