"Quando le statue sognano": artisti contemporanei in dialogo con i reperti del Museo Salinas
Jorge Luis Borges - particolare della foto di Ferdinando Scianna
Dalle metope dei Templi di Selinunte alla Pietra di Palermo, dalle raccolte di vasi etruschi della collezione Bonci Casuccini, all'Ariete bronzeo di Siracusa, il Museo Salinas accoglie una delle collezioni archeologiche più prestigiose in Italia e nel mondo.
La mostra si divide in due capitoli: "Quando le statue sognano" – curata Caterina Greco (direttore del Salinas) e da Helga Marsala (critica d'arte) - e una serie di prossimi eventi collaterali, racchiusi dal sottotitolo "Frammenti di un museo in transito".
In questo primo appuntamento, l'esposizione inizia con l'apertura straordinaria della sala ipostila (o Sala delle Colonne) e degli spazi vicini, restaurati per accogliere opere e manufatti provenienti da diverse donazioni, prevalentemente di epoca borbonica, parte della collezione museale.
Il progetto del Dipartimento dei Beni culturali e dell'Identità siciliana, realizzato dal Salinas, con la collaborazione di CoopCulture, riporta alla luce ambienti, manufatti di epoca borbonica, opere finora conservate nei depositi, degli interni restaurati dell'ex monastero dei Padri Filippini.
Le opere contemporanee, le sale del museo, i simboli riemersi e i miti evocati, sembrano arrivare da quest'esercito di simulacri a riposo, in attesa di essere riscoperti e interrogati. Tra cortocircuiti temporali, contaminazioni e accostamenti, nella cornice lirica di un grande sogno collettivo, la mostra riporta al presente alcuni archetipi inesauribili, tra i quali l'Uomo, la Natura, il Sacro, restituiti ed elaborati fra opere della collezione e opere contemporanee.
Il Museo Salinas ha scelto di affidare a Mimmo Rubino (Potenza, 1979), noto anche come Rub Kandy, il ruolo di art director. L'artista ha ideato una campagna creativa per la promozione delle mostre: gli scatti fotografici, i manifesti, l'immagine coordinata e le pubblicazioni editoriali diventano un’avventura concettuale e di stile, concepita come opera d'arte in progress.
Un dialogo tra reperti antichi e artisti contemporanei con le teste votive di Cales; la Menade sotto lo straordinario soffitto seicentesco in legno dipinto; le foto di Scianna del 1984 che raccontano Borges ormai cieco che sfiora le sculture tentando di leggerne i contorni; le opere contemporanee di Alessandro Roma (Milano, 1977), Guido Bisagni (Alessandria, 1978) e Fabio Sandri (Valdagno, 1964).
Un percorso artistico che si estenderà nel corso dei prossimi mesi, pensato per trasformare l’attesa in nuovo contenuto: il tempo che separa dall'apertura degli ultimi due piani del Museo diventa occasione di scoperta, disvelamento, ricerca e comunicazione.
La mostra si divide in due capitoli: "Quando le statue sognano" – curata Caterina Greco (direttore del Salinas) e da Helga Marsala (critica d'arte) - e una serie di prossimi eventi collaterali, racchiusi dal sottotitolo "Frammenti di un museo in transito".
In questo primo appuntamento, l'esposizione inizia con l'apertura straordinaria della sala ipostila (o Sala delle Colonne) e degli spazi vicini, restaurati per accogliere opere e manufatti provenienti da diverse donazioni, prevalentemente di epoca borbonica, parte della collezione museale.
Il progetto del Dipartimento dei Beni culturali e dell'Identità siciliana, realizzato dal Salinas, con la collaborazione di CoopCulture, riporta alla luce ambienti, manufatti di epoca borbonica, opere finora conservate nei depositi, degli interni restaurati dell'ex monastero dei Padri Filippini.
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Il racconto intessuto intorno a opere e spazi è frutto di una suggestione poetica: le statue antiche, immerse nel silenzio di corridoi, depositi, magazzini, sale sigillate, sprofondano in un sonno carico di sogni, memorie, allucinazioni e desideri, tra scampoli del loro passato e acrobazie visionarie.Le opere contemporanee, le sale del museo, i simboli riemersi e i miti evocati, sembrano arrivare da quest'esercito di simulacri a riposo, in attesa di essere riscoperti e interrogati. Tra cortocircuiti temporali, contaminazioni e accostamenti, nella cornice lirica di un grande sogno collettivo, la mostra riporta al presente alcuni archetipi inesauribili, tra i quali l'Uomo, la Natura, il Sacro, restituiti ed elaborati fra opere della collezione e opere contemporanee.
Il Museo Salinas ha scelto di affidare a Mimmo Rubino (Potenza, 1979), noto anche come Rub Kandy, il ruolo di art director. L'artista ha ideato una campagna creativa per la promozione delle mostre: gli scatti fotografici, i manifesti, l'immagine coordinata e le pubblicazioni editoriali diventano un’avventura concettuale e di stile, concepita come opera d'arte in progress.
Un dialogo tra reperti antichi e artisti contemporanei con le teste votive di Cales; la Menade sotto lo straordinario soffitto seicentesco in legno dipinto; le foto di Scianna del 1984 che raccontano Borges ormai cieco che sfiora le sculture tentando di leggerne i contorni; le opere contemporanee di Alessandro Roma (Milano, 1977), Guido Bisagni (Alessandria, 1978) e Fabio Sandri (Valdagno, 1964).
Un percorso artistico che si estenderà nel corso dei prossimi mesi, pensato per trasformare l’attesa in nuovo contenuto: il tempo che separa dall'apertura degli ultimi due piani del Museo diventa occasione di scoperta, disvelamento, ricerca e comunicazione.
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