"Percorsi di memoria": le nuove opere entrano nella collezione permanente del Museo Riso
L'omaggio "vivente" agli stucchi del Serpotta (Vanessa Beecroft)
Sono questi i temi fondanti del progetto “Percorsi di memoria” che si lega al primo nucleo della collezione permanente di RISO - Museo Regionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Palermo.
E che prevede l’acquisizione delle nuove opere di Vanessa Beecroft, Shay Frisch, Regina José Galindo, Hermann Nitsch, Aldo Palazzolo, che vengono presentate venerdì 10 febbraio alle 18.99 nelle sale espositive al primo piano di Palazzo Belmonte Riso, a Palermo.
Opere che sono state scelte partendo dal dialogo continuo con i primi nuclei concettuali di RISO, con le installazioni di Christian Boltanski e Richard Long, e con le sfaccettature multiculturali della città.
Le nuove acquisizioni sono state finanziate tramite il PAC 2020, Piano per l’Arte Contemporanea, promosso dalla Direzione Generale della Creatività contemporanea del Ministero della Cultura, che il Museo Riso ha vinto con altri 32 istituti italiani.
Il progetto “Percorsi di memoria”, a cura di Rosaria Raffaele Addamo, ha preso le mosse dall’identità e dalla missione di RISO, diretto da Maddalena De Luca, e ha riallacciato le fila di un percorso di selezione, acquisizione e conservazione del primo nucleo della collezione permanente del Museo.
“Un’occasione importante per accrescere l'attrattività del museo RISO – spiega il direttore Maddalena De Luca -, il sostegno del PAC ci ha permesso di acquisire opere di artisti che hanno segnato l’attività culturale ed espositiva degli ultimi vent’anni, in collegamento con la collezione permanente del Museo a partire dai suoi nuclei concettuali”.
“Così intorno alle opere site specific di Christian Boltanski e alle sue riflessioni sulla memoria – scrive Rosaria Raffaele Addamo nel testo in catalogo - , omaggio alle vittime anonime di tutte le guerre e delle tragedie che hanno riguardato più da vicino Palermo, sono stati allestiti i lavori di Hermann Nitsch – scelti con l’artista, pochi mesi prima della sua scomparsa - che, con la sua lettura laica e catartica del mondo, evoca rituali sacrificali in grado di trasformare in bellezza ciò che è insopportabile.
In collegamento tematico e linguistico con le installazioni di Boltanski sono anche le due opere di Aldo Palazzolo che ritraggono le mummie delle catacombe di Savoca (Messina), come ad identificare metaforicamente, per ciascuno di quei volti, una figura cristica”.
E si lega al “Circle of life” di Richard Long (nello spazio en plein air del Museo) il lavoro che Shay Frisch ha realizzato per RISO, in occasione della sua personale nel 2020: una croce bianca, costruita da componenti elettriche che generano un campo magnetico, che catalizza l'energia della terra. Il percorso si completa con l’acquisizione di opere fotografiche e video di Vanessa Beecroft e Regina José Galindo.
La fotografia della Beecroft immortala un momento della performance realizzata allo Spasimo di Palermo, luogo simbolo della primavera della città, omaggio "vivente" agli stucchi e ai sarcofagi del Serpotta.
Lo sguardo al sud del mondo caratterizza i due video della Galindo che, concentrati sul significato di sradicamento attraverso il corpo, propongono un parallelismo tra le piante provenienti da tutto il mondo, cuore dell’Orto Botanico, e le comunità straniere radicate nella città di Palermo.
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