"Pasolini Clandestinus", a 100 anni dalla nascita: la mostra di Franco Gulino a Palazzo dei Normanni
Pasolini 2006 (olio su tela) - Franco Accursio Gulino
Quasi trenta opere, scelte tra quelle realizzate nel corso degli ultimi vent’anni dall'artista Franco Accursio Gulino, dialogano con i preziosi dipinti e stucchi delle due sale del Palazzo, in un’esposizione arricchita da un documentario di Daniele Salvo con le musiche di Marco Podda, sull’opera di Gulino.
Tutto questo, nel centenario della nascita del grande intellettuale Pier Paolo Pasolini, è diventato un’unica mostra, Pasolini Clandestinus.
Promossa dal Servizio Biblioteca dell’Ars e curata da Laura Anello, la mostra è visitabile, dal 24 giugno al 27 luglio, all'interno del percorso abituale di visita a Palazzo dei Normanni.
Un eretico pervaso da un profondo senso del sacro e da una radicalità visionaria che lo porta a sfidare le convenzioni e i luoghi comuni del pensiero dominante.
A essere voce non allineata capace di indagare come nessuno le contraddizioni della società italiana annidate dietro il boom economico e di diventare coscienza critica del Novecento. A raccontare la società contadina annientata dallo sviluppo e gli ultimi delle periferie rimasti ai margini.
La fascinazione per la Ferdinandea va di pari passo, nell’artista, con l’amicizia virtuale che ha stretto con Pier Paolo Pasolini, fratello di pensiero. Gulino avvicina Pasolini nei primi anni Duemila, lo assorbe, lo rende soggetto e icona febbrile, lo schianta su grandi tele di quasi 2 metri per 2 che indagano furibonde il viso scarno del poeta.
Che ora si tinge di carminio, ora di giallo ocra, ora si ferisce, ora si illividisce, ora sorride, ora è un giullare, un re, un attore elisabettiano, ma mantiene sempre un’iconografia riconoscibile, occhi dalle lunghe ciglia, labbra rosse pronunciate. In quasi vent’anni, Franco Accursio Gulino è ritornato più e più volte su Pasolini: lo avvolge in un sudario, lo traveste da Gorgone, lo abbiglia come una pin-up.
Tutto questo, nel centenario della nascita del grande intellettuale Pier Paolo Pasolini, è diventato un’unica mostra, Pasolini Clandestinus.
Promossa dal Servizio Biblioteca dell’Ars e curata da Laura Anello, la mostra è visitabile, dal 24 giugno al 27 luglio, all'interno del percorso abituale di visita a Palazzo dei Normanni.
Un eretico pervaso da un profondo senso del sacro e da una radicalità visionaria che lo porta a sfidare le convenzioni e i luoghi comuni del pensiero dominante.
A essere voce non allineata capace di indagare come nessuno le contraddizioni della società italiana annidate dietro il boom economico e di diventare coscienza critica del Novecento. A raccontare la società contadina annientata dallo sviluppo e gli ultimi delle periferie rimasti ai margini.
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E proprio da questa sua radicalità di pensiero nasce la fascinazione di Franco Accursio Gulino: artista saccense, di nascita e di ritorno, anche lui visionario, anche lui indagatore delle contraddizioni del suo tempo, anche lui pensatore non allineato, legato a doppio filo all’Isola Ferdinandea che a fine Ottocento sbuca dal mare del Canale di Sicilia, di fronte alla sua Sciacca, e si reimmerge sorniona per prendersi beffa dei potenti del mondo che fanno a gara per conquistarla.La fascinazione per la Ferdinandea va di pari passo, nell’artista, con l’amicizia virtuale che ha stretto con Pier Paolo Pasolini, fratello di pensiero. Gulino avvicina Pasolini nei primi anni Duemila, lo assorbe, lo rende soggetto e icona febbrile, lo schianta su grandi tele di quasi 2 metri per 2 che indagano furibonde il viso scarno del poeta.
Che ora si tinge di carminio, ora di giallo ocra, ora si ferisce, ora si illividisce, ora sorride, ora è un giullare, un re, un attore elisabettiano, ma mantiene sempre un’iconografia riconoscibile, occhi dalle lunghe ciglia, labbra rosse pronunciate. In quasi vent’anni, Franco Accursio Gulino è ritornato più e più volte su Pasolini: lo avvolge in un sudario, lo traveste da Gorgone, lo abbiglia come una pin-up.
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