"Papà alla coque": all'Agricantus lo spettacolo di Sergio Vespertino
Torna anche quest'anno l'appuntamento con "Palermo Non Scema Festival", manifestazione culturale, teatrale, musicale curata dal Teatro Agricantus, giunta alla 21esima edizione.
Nei giorni 27, 28, 29 agosto e 7, 8, 9 settembre va in scena lo spettacolo "Papà alla coque", di Sergio Vespertino e con le musiche di Pierpaolo Petta alla fisarmonica.
La figura del padre di famiglia è una cosa seria, serissima. Talmente seria che mette pure tristezza. Sembrerebbe che “c’è da stare allegri” solo per gli scapoli, dall’aspetto sempre allegro e scanzonato. Loro sì, hanno gli occhi riposati, e non le borse sotto gli occhi per notti insonni di un poppante vegliante. Alle parole: “papà”, “mamma”, “famiglia”, vengono sempre abbinati aggettivi: “crisi”, “problema”, “dramma”. E i genitori si chiedono: “Dove stiamo sbagliando?” Dove? Ma è chiaro, non trovate il coraggio di ridere di voi stessi. Sembra quasi che gli sposi ridano una sola volta nella vita: nelle foto del matrimonio. Quando nascono i figli, poi, la risata è già bella e finita da un pezzo.
Eugène Ionesco diceva: "Dove non c’è umorismo, c’è campo di concentramento". E, infatti, ridere fa bene, benissimo. A noi e a chi ci vede ridere. Ridere della figura di papà, di quella che ci si è scelti, in cui si vive e si cerca di conoscere al meglio. Così Sergio Vespertino con questo spettacolo scopre il lato comico, buffo e grottesco della vita in famiglia di un papà : “In questo spettacolo noi uomini – dice Sergio - possiamo guardarci e farci autocritica, scoprire che ci fa bene, e ci allunga la vita. A me, a voi e a tutte quelle famiglie che si credono… scoppiate!”
Nei giorni 27, 28, 29 agosto e 7, 8, 9 settembre va in scena lo spettacolo "Papà alla coque", di Sergio Vespertino e con le musiche di Pierpaolo Petta alla fisarmonica.
La figura del padre di famiglia è una cosa seria, serissima. Talmente seria che mette pure tristezza. Sembrerebbe che “c’è da stare allegri” solo per gli scapoli, dall’aspetto sempre allegro e scanzonato. Loro sì, hanno gli occhi riposati, e non le borse sotto gli occhi per notti insonni di un poppante vegliante. Alle parole: “papà”, “mamma”, “famiglia”, vengono sempre abbinati aggettivi: “crisi”, “problema”, “dramma”. E i genitori si chiedono: “Dove stiamo sbagliando?” Dove? Ma è chiaro, non trovate il coraggio di ridere di voi stessi. Sembra quasi che gli sposi ridano una sola volta nella vita: nelle foto del matrimonio. Quando nascono i figli, poi, la risata è già bella e finita da un pezzo.
Eugène Ionesco diceva: "Dove non c’è umorismo, c’è campo di concentramento". E, infatti, ridere fa bene, benissimo. A noi e a chi ci vede ridere. Ridere della figura di papà, di quella che ci si è scelti, in cui si vive e si cerca di conoscere al meglio. Così Sergio Vespertino con questo spettacolo scopre il lato comico, buffo e grottesco della vita in famiglia di un papà : “In questo spettacolo noi uomini – dice Sergio - possiamo guardarci e farci autocritica, scoprire che ci fa bene, e ci allunga la vita. A me, a voi e a tutte quelle famiglie che si credono… scoppiate!”
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