"Nell’attimo l’incontro": il sacro nella mostra di Alberto Gianfreda
La Fondazione Casa della Divina Bellezza, in collaborazione con il Museo Diocesano di Caltagirone e con Associazione Musei Ecclesiastici Italiani da vita a una mostra incentrata sulla sacralità curata da Giuseppe Ingaglio.
"Nell’Attimo l’incontro. Lo spazio sacro nelle esperienze di Alberto Gianfreda", interpreta lo spazio sacro come luogo dell’incontro tra la dimensione del trascendente e il continuo fluire dell’immanente nel tempo: nell'attimo l’azione di Dio si estende nell’operosità umana, momento per momento, in un labor continuo evocato dalle stesse esperienze artistiche di Alberto Gianfreda.
La mostra presenta una selezione di quattro sculture realizzate con materiali misti: "Cinque insiemi di materia prima”, “Dove poggio le mie mani”, “Non basta all'infinito” e “Icona resiliente”, che dialogano con due opere provenienti dal Museo Diocesano di Caltagirone, "Il Martirio di Santa Febbronia” di Francesco Vaccaro del 1860 e "Gesù Cristo Crocifisso" della Bottega siciliana.
Il viaggio che s’intraprende visitando l'esposizione vuole corrispondere a un'ascensione spirituale, scandita da simboli grafici e architettonici, particolari che vanno cercati e ricercati dal visitatore-pellegrino.
"Nell’Attimo l’incontro. Lo spazio sacro nelle esperienze di Alberto Gianfreda", interpreta lo spazio sacro come luogo dell’incontro tra la dimensione del trascendente e il continuo fluire dell’immanente nel tempo: nell'attimo l’azione di Dio si estende nell’operosità umana, momento per momento, in un labor continuo evocato dalle stesse esperienze artistiche di Alberto Gianfreda.
La mostra presenta una selezione di quattro sculture realizzate con materiali misti: "Cinque insiemi di materia prima”, “Dove poggio le mie mani”, “Non basta all'infinito” e “Icona resiliente”, che dialogano con due opere provenienti dal Museo Diocesano di Caltagirone, "Il Martirio di Santa Febbronia” di Francesco Vaccaro del 1860 e "Gesù Cristo Crocifisso" della Bottega siciliana.
Il viaggio che s’intraprende visitando l'esposizione vuole corrispondere a un'ascensione spirituale, scandita da simboli grafici e architettonici, particolari che vanno cercati e ricercati dal visitatore-pellegrino.
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