"Fragile/Epico", la ricerca di Concetta Modica in mostra alla galleria Pantaleone
Le opere di Concetta Modica in mostra alla galleria Francesco Pantaleone arte contemporanea, raccontano con estrema forza, il tentativo travagliato dell'Artista che misura l’esistenza e cerca di plasmare una materia già esistente, con interventi ex post facto, in un limite invalicabile e nella consapevolezza dell’imponderabile che rende tutto indefinito, lasciando il lavoro aperto e in qualche modo anche affidato al suo destino.
"Fragile/Epico" mostra lo sforzo di restituire al presente la somma di una serie di accadimenti che costituiscono il nostro vissuto: ogni manufatto è per l'Artista il risultato di una somma in cui ciò che resta si sovrappone al nuovo e prosegue il suo esistere nel tempo.
La ricerca di Concetta Modica è resa sul filo del dialogo tra presente e passato, il quale non esiste come custode del tempo ma solo in quanto somma di esperienze, sintesi di un vissuto che ha il suo senso profondo nella fragilità, recuperando l’intimo legame tra ciò che sta prima e ciò che sta dopo in cui le consente di sperimentare sé stessa e anche gli altri.
Sia il ricamo che lega insieme fili e trame che la ceramica animata dal colore, così come la scultura che sovrappone tra loro parti e materiali differenti sono lo strumento per rappresentare, l’alternanza tra l’eterno tentativo di confrontarsi con il tempo e la vana epica lotta per sottrarsi ad esso.
Lotta impari eppure, sempre e in ogni epoca, riproposta con estrema e sfrontata pretesa, quasi ribellione e mai accettazione, come drammatica affermazione di sé. In questa indeterminatezza che sfugge al controllo, s’insedia la reale possibilità che il lavoro possa diventare ancora una volta vivo, capace di riposizionarsi nella natura.
"Fragile/Epico" mostra lo sforzo di restituire al presente la somma di una serie di accadimenti che costituiscono il nostro vissuto: ogni manufatto è per l'Artista il risultato di una somma in cui ciò che resta si sovrappone al nuovo e prosegue il suo esistere nel tempo.
La ricerca di Concetta Modica è resa sul filo del dialogo tra presente e passato, il quale non esiste come custode del tempo ma solo in quanto somma di esperienze, sintesi di un vissuto che ha il suo senso profondo nella fragilità, recuperando l’intimo legame tra ciò che sta prima e ciò che sta dopo in cui le consente di sperimentare sé stessa e anche gli altri.
Sia il ricamo che lega insieme fili e trame che la ceramica animata dal colore, così come la scultura che sovrappone tra loro parti e materiali differenti sono lo strumento per rappresentare, l’alternanza tra l’eterno tentativo di confrontarsi con il tempo e la vana epica lotta per sottrarsi ad esso.
Lotta impari eppure, sempre e in ogni epoca, riproposta con estrema e sfrontata pretesa, quasi ribellione e mai accettazione, come drammatica affermazione di sé. In questa indeterminatezza che sfugge al controllo, s’insedia la reale possibilità che il lavoro possa diventare ancora una volta vivo, capace di riposizionarsi nella natura.
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