"Con la boca abierta" di Cristina García Rodero, 50 scatti in b/n della fotografa

"Sueño Ariadna"
Gioia. Stupore. Paura. Noia. Dolore. Rabbia. La dimensione emotiva declinata in un’unica rappresentazione visiva è il filo conduttore della mostra fotografica "Con la boca abierta" di Cristina García Rodero, allestita nella sede del Cervantes di Palermo, nel suggestivo scenario della Chiesa di Santa Eulalia dei Catalani.
"Con la boca abierta" è la prima retrospettiva tematica di Cristina García Rodero e ne raccoglie le opere partendo dai primi lavori fotografici di fine anni Settanta fino a quelli più attuali. Si compone di circa cinquanta fotografie in bianco e nero, scelte tra le oltre trentamila passate al vaglio prima dell’esposizione.
La quantità di scatti fotografici che la Rodero realizza nei suoi reportage è così estesa che, prima o poi, nei suoi negativi, appaiono personaggi che sbadigliano, gridano, si meravigliano, ridono a crepapelle o fanno smorfie di dolore, in un infinito di varianti che lasciano a bocca aperta gli spettatori così come i protagonisti delle sue istantanee.
Un viaggio attraverso quarant’anni di carriera, dagli angoli più vicini alla sua città natale, Puertollano, fino a quelli più sperduti del globo, passando per avvenimenti attuali come il Burning Man Festival in Nevada o le Love Parade in Germania. Dal carattere più etnografico e rurale a quello più avanguardista.
La mostra comincia con una foto della nascita di un bambino che, all’esalare il suo primo respiro, ci consegna il principio di tutto; da lì si naviga tra i più intimi sentimenti dell’essere umano, terminando il viaggio fotografico con l’ultimo sospiro di una veglia funebre in Georgia.
Prima donna spagnola a far parte della prestigiosa Agenzia Magnum, Cristina Rodero nel corso della sua carriera ha ricevuto importanti riconoscimenti. Su tutti il Premio "Nacional de Fotografía" (1996) e tre "World Press Photo" (1993, 1997 e 2008), tanto da diventare un riferimento obbligatorio nel mondo della fotografia documentaristica e artistica.
"Con la boca abierta" è la prima retrospettiva tematica di Cristina García Rodero e ne raccoglie le opere partendo dai primi lavori fotografici di fine anni Settanta fino a quelli più attuali. Si compone di circa cinquanta fotografie in bianco e nero, scelte tra le oltre trentamila passate al vaglio prima dell’esposizione.
La quantità di scatti fotografici che la Rodero realizza nei suoi reportage è così estesa che, prima o poi, nei suoi negativi, appaiono personaggi che sbadigliano, gridano, si meravigliano, ridono a crepapelle o fanno smorfie di dolore, in un infinito di varianti che lasciano a bocca aperta gli spettatori così come i protagonisti delle sue istantanee.
Un viaggio attraverso quarant’anni di carriera, dagli angoli più vicini alla sua città natale, Puertollano, fino a quelli più sperduti del globo, passando per avvenimenti attuali come il Burning Man Festival in Nevada o le Love Parade in Germania. Dal carattere più etnografico e rurale a quello più avanguardista.
La mostra comincia con una foto della nascita di un bambino che, all’esalare il suo primo respiro, ci consegna il principio di tutto; da lì si naviga tra i più intimi sentimenti dell’essere umano, terminando il viaggio fotografico con l’ultimo sospiro di una veglia funebre in Georgia.
Prima donna spagnola a far parte della prestigiosa Agenzia Magnum, Cristina Rodero nel corso della sua carriera ha ricevuto importanti riconoscimenti. Su tutti il Premio "Nacional de Fotografía" (1996) e tre "World Press Photo" (1993, 1997 e 2008), tanto da diventare un riferimento obbligatorio nel mondo della fotografia documentaristica e artistica.
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