Le monumentali installazioni luminose dell’artista israeliano Shay Frisch
I campi magnetici di Shay Frisch, approdano a Palermo dopo le ultime importanti esposizioni internazionali: il progetto "campo 121745_B/N", pensato appositamente per lo spazio dello ZAC, è curato da Achille Bonito Oliva e prevede una sequenza di installazioni allestite a pavimento e sulla grande parete di fondo, con un’installazione che fa riferimento alla città di Palermo, ispirata alle geometrie architettoniche del vicino Castello della Zisa, dal quale lo ZAC prende il nome.
Il lavoro dell’artista - promosso dall’Assessorato alla Cultura della Città di Palermo, organizzata da Associazione MESIME, in collaborazione con la Fondazione Orestiadi e Agorà - consiste nella modellazione e la manipolazione dell’energia attraverso la costruzione di campi elettrici. L’asettico componente industriale è imbrigliato all’interno di ripetizioni modulari e trasformato dall’elettricità in una forma pulsante.
In questo modo l’artista opera sullo spazio creando un luogo saturo di induzione, un campo in cui entrano gli spettatori. I moduli mantengono all’interno una carica elettrica la cui perenne attività è rivelata da spie luminose, a testimonianza di un fenomeno in continuo movimento, di un atto che si compie in diretta e che non ha fine.
L’opera illuminata di Shay Frisch mostra una forte tensione con lo spazio in cui è calata: il campo crea accordi tra i vari punti dell’installazione, affidandone la definizione ad una corrente, al flusso interno all’opera, accendendo insieme spiritualità della forma e modularità della ragione.
La mostra, a fronte del grande successo e della notevole affluenza di pubblico, è stata prorogata fino al 18 febbraio.
Il lavoro dell’artista - promosso dall’Assessorato alla Cultura della Città di Palermo, organizzata da Associazione MESIME, in collaborazione con la Fondazione Orestiadi e Agorà - consiste nella modellazione e la manipolazione dell’energia attraverso la costruzione di campi elettrici. L’asettico componente industriale è imbrigliato all’interno di ripetizioni modulari e trasformato dall’elettricità in una forma pulsante.
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Il passaggio dell’elettricità attraverso i moduli che compongono l’opera, genera un campo elettromagnetico che si diffonde nello spazio circostante, trasformando questi assemblaggi in generatori di energia, campi elettrici che si estendono nello spazio diffondendo la loro carica.In questo modo l’artista opera sullo spazio creando un luogo saturo di induzione, un campo in cui entrano gli spettatori. I moduli mantengono all’interno una carica elettrica la cui perenne attività è rivelata da spie luminose, a testimonianza di un fenomeno in continuo movimento, di un atto che si compie in diretta e che non ha fine.
L’opera illuminata di Shay Frisch mostra una forte tensione con lo spazio in cui è calata: il campo crea accordi tra i vari punti dell’installazione, affidandone la definizione ad una corrente, al flusso interno all’opera, accendendo insieme spiritualità della forma e modularità della ragione.
La mostra, a fronte del grande successo e della notevole affluenza di pubblico, è stata prorogata fino al 18 febbraio.
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