Mani che danzano, musica che si vede: il pianista Giovanni Bellucci reinventa Debussy

Giovanni Bellucci ed Eugénie Andrin
Ventuno appuntamenti con i nomi prestigiosi della musica internazionale, per un cartellone che spazia dalla classica al jazz, dal tango alle colonne sonore dei film, per raggiungere attraverso nuovi linguaggi un pubblico sempre più trasversale: proseguono gli appuntamenti dell'88esima stagione concertistica dell'associazione Amici della Musica.
Quando il gioco diventa virtuale e l’immateriale diventa concreto, si aprono nuove prospettive: questa la premessa di "Jeux...interdits", ambizioso progetto del pianista Giovanni Bellucci che reinventa il balletto di Claude Debussy presentandolo in una nuova veste.
A partire da "Jeux", balletto in un atto scritto da Debussy fra il 1912 e il 1913 e realizzato per i Balletti Russi di Sergej Djagilev con la coreografia originale di Vaclav Nižinskij, Bellucci mette in scena un meccanismo inedito: attraverso una proiezione digitale le sue mani - irreali e concrete al tempo stesso - si muovono nello spazio e rendono visibile la musica allo spettatore.
La regia multimediale di Gabriel Grinda fa sì che siano le mani a impadronirsi del centro della scena e a ispirare non soltanto la coreografia della danzatrice Eugénie Andrin, ma anche quella insita nel gesto pianistico dettato dalla partitura musicale.
Esplorare questa nuova dimensione tecnica significa anche esplorare nuovi orizzonti della narrazione e ripensare il ruolo della danzatrice, estremamente reale ma posta al centro della proiezione, creando nuovi collegamenti tra l’immagine oggettiva e l’immaginario collettivo.
Diaghilev definiva l’interpretazione di "Jeux" ad opera di Nijinsky come «l’apologia plastica dell’uomo del 1913». Oggi il nuovo format concertistico chiama in causa alcune tendenze dell’uomo del 21esimo secolo, la sua creatività e i suoi legami sempre più profondi con il mondo virtuale.
"Jeux...interdits" è una co-produzione Festival di Stresa e Associazione Siciliana Amici della Musica.
Quando il gioco diventa virtuale e l’immateriale diventa concreto, si aprono nuove prospettive: questa la premessa di "Jeux...interdits", ambizioso progetto del pianista Giovanni Bellucci che reinventa il balletto di Claude Debussy presentandolo in una nuova veste.
A partire da "Jeux", balletto in un atto scritto da Debussy fra il 1912 e il 1913 e realizzato per i Balletti Russi di Sergej Djagilev con la coreografia originale di Vaclav Nižinskij, Bellucci mette in scena un meccanismo inedito: attraverso una proiezione digitale le sue mani - irreali e concrete al tempo stesso - si muovono nello spazio e rendono visibile la musica allo spettatore.
La regia multimediale di Gabriel Grinda fa sì che siano le mani a impadronirsi del centro della scena e a ispirare non soltanto la coreografia della danzatrice Eugénie Andrin, ma anche quella insita nel gesto pianistico dettato dalla partitura musicale.
Esplorare questa nuova dimensione tecnica significa anche esplorare nuovi orizzonti della narrazione e ripensare il ruolo della danzatrice, estremamente reale ma posta al centro della proiezione, creando nuovi collegamenti tra l’immagine oggettiva e l’immaginario collettivo.
Diaghilev definiva l’interpretazione di "Jeux" ad opera di Nijinsky come «l’apologia plastica dell’uomo del 1913». Oggi il nuovo format concertistico chiama in causa alcune tendenze dell’uomo del 21esimo secolo, la sua creatività e i suoi legami sempre più profondi con il mondo virtuale.
"Jeux...interdits" è una co-produzione Festival di Stresa e Associazione Siciliana Amici della Musica.
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