"Le Vie dei Tesori" a Corleone: dalle città fantasma ai faldoni del Maxiprocesso
Borgo Riena
Dai faldoni del Maxiprocesso con le dichiarazioni di Tommaso Buscetta, al progetto multimediale di Pif che ha chiamato a raccolta i colleghi artisti (da Ficarra e Picone a Teresa Mannino a Pippo Baudo, per citarne solo alcuni) per ricordare le vittime di Cosa Nostra.
Corleone si racconta nel segno dell’antimafia, guarda alla storia recente ma la ribalta e riscrive il suo territorio, a partire dai fossili del Museo Pippo Rizzo.
Questa seconda edizione de "Le Vie dei Tesori", dal 14 al 29 settembre, raccoglie il filo conduttore e lo cuce all’attenzione per piante e animali: visite con esperti e ornitologi nel bosco di Ficuzza, e al centro di recupero della Lipu dove ogni anno i veterinari curano “pazienti” da tutta la Sicilia.
LE VISITE
Il festival – costruito in stretta collaborazione con il Comune di Corleone e con la Diocesi - è molto articolato e racchiude 10 luoghi che raccontano profondamente la città, nella sua storia antica come in quella recente.
Per il festival si visitano le nuove stanze al piano terra del complesso San Ludovico, con focus sulla storia di Corleone, su mafia e antimafia, sulle donne coraggio siciliane e sulla cinematografia legata al fenomeno mafioso, fino a un video che racconta la città "onesta".
Sarà esposto e consultabile il faldone del Maxiprocesso che custodisce le dichiarazioni di Tommaso Buscetta.
Strettamente legato a questo impegno, il progetto I Art NoMa (No Mafia) creato da Pif (acquista qui): un’installazione immersiva, interattiva e multimediale, che occupa un intero ambiente, pareti e soffitto: si può scegliere quale ascoltare tramite un totem touch screen.
Sono disponibili 22 video-biografie (raccontate da artisti come Ficarra e Picone, Teresa Mannino o Pippo Baudo) video dalle Teche Rai, video-interviste ai familiari delle vittime, video-racconti dei fatti criminali. Ventidue storie, da Antonino Agostino a Calogero Zucchetto, passando per giudici, magistrati, politici, poliziotti uccisi da Cosa Nostra.
Poco lontano da Corleone, la residenza di caccia di re Ferdinando di Borbone nel bosco di Ficuzza (acquista online): qui la Lipu cura gli animali feriti, lavora 365 giorni l’anno, è attrezzato con un ambulatorio, una sala chirurgica e una nursery per i pulcini abbandonati.
I veterinari curano i "pazienti" ricoverati, per riabilitazione, quarantena, rilascio. Sarà anche possibile camminare nel bosco con un ornitologo per individuare le specie di uccelli che qui abitano.
Si può anche visitare il settecentesco Palazzo Triolo appartenuto anche ai Favaloro (acquista qui). Gli interni sono splendidi, con tetti a volte affrescate, una piccola cappella, arredi d’epoca.
Oggi ospita una residenza di charme e accoglie alcune realtà culturali del territorio.
Molto interessante e del tutto inatteso, il Museo Pippo Rizzo, (acquista qui) intitolato al pittore futurista di origini corleonesi: racchiude fossili e reperti del Paleolitico e del Mesolitico, ma soprattutto il Miliarium, recuperato da Giovanni Valenti nel 1954: una “pietra miliare” del 252 a.C. che era collocata sull’antica strada consolare romana che da Palermo raggiungeva Agrigento.
Esposto anche un flauto ricavato da un femore umano del 1200 a.C., considerato "lo strumento musicale a fiato più antico d’Europa".
Andar per chiese, che in tempi felici a Corleone erano più di cento, senza contare i monasteri e i conventi.
Si parte dall’imponente Chiesa Madre con i suoi undici altari e il museo d’arte sacra nei locali attigue al transetto (acquista qui); poi verso la chiesa del Carmine, tutta bianca e oro (acquista online): e si avrà subito una vertigine visiva nell’adiacente oratorio di Maria SS. del Carmelo dalla volta dipinta con colori accesi: c’è anche la copertura della cripta sotterranea dove venivano sepolti i confrati.
Si passa alla trecentesca chiesa di Sant’Agostino (acquista online): il vicino oratorio ha le pareti coperte da affreschi, stucchi, quadri, e ospita la statua lignea della Madonna del Soccorso, conosciuta anche come Madonna della Mazza. Leggenda vuole che le donne che non riuscivano ad avere un bambino, si affidavano al demonio, ma subito dopo la nascita era la santa a scacciare il male dal neonato con il suo prodigioso bastone.
Nell’anno del quattrocentesimo anniversario del ritrovamento delle ossa nella grotta su Monte Pellegrino, non poteva mancare la chiesa di Santa Rosalia (acquista online), nata proprio subito dopo il miracolo della liberazione dalla peste: possiede un campanile con la tipica grata a "petto d’oca" e una volta a botte interamente decorata a motivi floreali.
E il monastero del Santissimo Salvatore (acquista online), fondato a fine XIII secolo, grazie ad un generoso e ricco cavaliere, tal Salvatore, di cui non si conosce la storia.
Fu terreno di scontro tra suore benedettine e Carmelitane, vinsero le prime e continuarono a vivere nel convento fino al 1866, quando passò al demanio, divenendo istituto per poveri e orfanelle, poi pensione per anziani.
LE PASSEGGIATE
Tra le esperienze del festival, due siti che sono vere ghost town, si visiteranno con Ascosi Lasciti.
"Il patrimonio abbandonato in Sicilia è di vario genere, noi portiamo alla luce questi siti e con Le Vie dei Tesori conduciamo visite di conoscenza - spiega Cristiano La Mantia -. Non sono i soliti luoghi, ma siti decadenti, non puliti, lontani dai centri abitati, ma sono comunque un racconto della nostra storia".
Prima Borgo Schirò, (acquista online qui) in aperta campagna a una ventina di minuti da Corleone: il più grande dei “sogni” fascisti di riqualificazione del territorio, nato tra il 1940 e il 1942, intitolato a un giovane bersagliere arbëreshë, Giacomo Schirò che durante la festa del paese negli anni '20 fu trucidato con 53 coltellate.
Erano stati costruiti una scuola, una trentina di alloggi, chiesa e canonica, un tabacchi e un alimentari, l’ambulatorio medico e il laboratorio antimalarico. Edifici fantasma, completamente abbandonati.
L’altro sito fantasma è Borgo Riena (acquista online qui), a una trentina di chilometri da Santo Stefano di Quisquina, solitario in mezzo ai campi di grano. Anche questo è nato tra il 1941-1942: scuola, chiesa, uffici pubblici, indirizzati ai contadini non abbienti per spingerli a coltivare terreni lontani dai centri abitati.
Borgo Riena non fu mai completato, e abbandonato nel 1950 e da allora, racconta una leggenda, fu abitato soltanto da tal Totò Militello, condannato all’ergastolo che così evitò la condanna.
COME PARTECIPARE
Per partecipare a Le Vie dei Tesori basta acquisire il coupon per l’ingresso con visita guidata sul www.leviedeitesori.it o negli infopoint allestiti durante il Festival in ogni città. Un coupon da 18 euro è valido per 10 visite, da 10 euro per 4 visite e da 3 euro è valido per un singolo ingresso. Per le passeggiate è previsto un coupon da 8 euro. Per le esperienze, i coupon sono di valore variabile. Consigliata la prenotazione on line.
A chi prenota viene inviata per mail una pagina con un codice QR con giorno/orario di prenotazione da mostrare all’ingresso dei luoghi sul proprio smartphone o stampata. In alternativa, ci si può presentare all’ingresso dei luoghi mostrando la pagina con il codice QR ricevuta via mail al momento dell’acquisto, ma si entrerà solo se ci sono posti disponibili.
I coupon non sono personali e possono essere utilizzati da più visitatori, anche simultaneamente e in posti diversi, fino a esaurimento del loro valore. Nei luoghi disponibili solo ticket da 3 euro.
Corleone si racconta nel segno dell’antimafia, guarda alla storia recente ma la ribalta e riscrive il suo territorio, a partire dai fossili del Museo Pippo Rizzo.
Questa seconda edizione de "Le Vie dei Tesori", dal 14 al 29 settembre, raccoglie il filo conduttore e lo cuce all’attenzione per piante e animali: visite con esperti e ornitologi nel bosco di Ficuzza, e al centro di recupero della Lipu dove ogni anno i veterinari curano “pazienti” da tutta la Sicilia.
LE VISITE
Il festival – costruito in stretta collaborazione con il Comune di Corleone e con la Diocesi - è molto articolato e racchiude 10 luoghi che raccontano profondamente la città, nella sua storia antica come in quella recente.
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È importante per tutti, adulti e ragazzi, visitare un luogo che è simbolo della voglia di rinascita nel segno dell’impegno, il CIDMA-Centro internazionale di documentazione sulla mafia e sul movimento antimafia (acquista qui), nato nel 2000.Per il festival si visitano le nuove stanze al piano terra del complesso San Ludovico, con focus sulla storia di Corleone, su mafia e antimafia, sulle donne coraggio siciliane e sulla cinematografia legata al fenomeno mafioso, fino a un video che racconta la città "onesta".
Sarà esposto e consultabile il faldone del Maxiprocesso che custodisce le dichiarazioni di Tommaso Buscetta.
Strettamente legato a questo impegno, il progetto I Art NoMa (No Mafia) creato da Pif (acquista qui): un’installazione immersiva, interattiva e multimediale, che occupa un intero ambiente, pareti e soffitto: si può scegliere quale ascoltare tramite un totem touch screen.
Sono disponibili 22 video-biografie (raccontate da artisti come Ficarra e Picone, Teresa Mannino o Pippo Baudo) video dalle Teche Rai, video-interviste ai familiari delle vittime, video-racconti dei fatti criminali. Ventidue storie, da Antonino Agostino a Calogero Zucchetto, passando per giudici, magistrati, politici, poliziotti uccisi da Cosa Nostra.
Poco lontano da Corleone, la residenza di caccia di re Ferdinando di Borbone nel bosco di Ficuzza (acquista online): qui la Lipu cura gli animali feriti, lavora 365 giorni l’anno, è attrezzato con un ambulatorio, una sala chirurgica e una nursery per i pulcini abbandonati.
I veterinari curano i "pazienti" ricoverati, per riabilitazione, quarantena, rilascio. Sarà anche possibile camminare nel bosco con un ornitologo per individuare le specie di uccelli che qui abitano.
Si può anche visitare il settecentesco Palazzo Triolo appartenuto anche ai Favaloro (acquista qui). Gli interni sono splendidi, con tetti a volte affrescate, una piccola cappella, arredi d’epoca.
Oggi ospita una residenza di charme e accoglie alcune realtà culturali del territorio.
Molto interessante e del tutto inatteso, il Museo Pippo Rizzo, (acquista qui) intitolato al pittore futurista di origini corleonesi: racchiude fossili e reperti del Paleolitico e del Mesolitico, ma soprattutto il Miliarium, recuperato da Giovanni Valenti nel 1954: una “pietra miliare” del 252 a.C. che era collocata sull’antica strada consolare romana che da Palermo raggiungeva Agrigento.
Esposto anche un flauto ricavato da un femore umano del 1200 a.C., considerato "lo strumento musicale a fiato più antico d’Europa".
Andar per chiese, che in tempi felici a Corleone erano più di cento, senza contare i monasteri e i conventi.
Si parte dall’imponente Chiesa Madre con i suoi undici altari e il museo d’arte sacra nei locali attigue al transetto (acquista qui); poi verso la chiesa del Carmine, tutta bianca e oro (acquista online): e si avrà subito una vertigine visiva nell’adiacente oratorio di Maria SS. del Carmelo dalla volta dipinta con colori accesi: c’è anche la copertura della cripta sotterranea dove venivano sepolti i confrati.
Si passa alla trecentesca chiesa di Sant’Agostino (acquista online): il vicino oratorio ha le pareti coperte da affreschi, stucchi, quadri, e ospita la statua lignea della Madonna del Soccorso, conosciuta anche come Madonna della Mazza. Leggenda vuole che le donne che non riuscivano ad avere un bambino, si affidavano al demonio, ma subito dopo la nascita era la santa a scacciare il male dal neonato con il suo prodigioso bastone.
Nell’anno del quattrocentesimo anniversario del ritrovamento delle ossa nella grotta su Monte Pellegrino, non poteva mancare la chiesa di Santa Rosalia (acquista online), nata proprio subito dopo il miracolo della liberazione dalla peste: possiede un campanile con la tipica grata a "petto d’oca" e una volta a botte interamente decorata a motivi floreali.
E il monastero del Santissimo Salvatore (acquista online), fondato a fine XIII secolo, grazie ad un generoso e ricco cavaliere, tal Salvatore, di cui non si conosce la storia.
Fu terreno di scontro tra suore benedettine e Carmelitane, vinsero le prime e continuarono a vivere nel convento fino al 1866, quando passò al demanio, divenendo istituto per poveri e orfanelle, poi pensione per anziani.
LE PASSEGGIATE
Tra le esperienze del festival, due siti che sono vere ghost town, si visiteranno con Ascosi Lasciti.
"Il patrimonio abbandonato in Sicilia è di vario genere, noi portiamo alla luce questi siti e con Le Vie dei Tesori conduciamo visite di conoscenza - spiega Cristiano La Mantia -. Non sono i soliti luoghi, ma siti decadenti, non puliti, lontani dai centri abitati, ma sono comunque un racconto della nostra storia".
Prima Borgo Schirò, (acquista online qui) in aperta campagna a una ventina di minuti da Corleone: il più grande dei “sogni” fascisti di riqualificazione del territorio, nato tra il 1940 e il 1942, intitolato a un giovane bersagliere arbëreshë, Giacomo Schirò che durante la festa del paese negli anni '20 fu trucidato con 53 coltellate.
Erano stati costruiti una scuola, una trentina di alloggi, chiesa e canonica, un tabacchi e un alimentari, l’ambulatorio medico e il laboratorio antimalarico. Edifici fantasma, completamente abbandonati.
L’altro sito fantasma è Borgo Riena (acquista online qui), a una trentina di chilometri da Santo Stefano di Quisquina, solitario in mezzo ai campi di grano. Anche questo è nato tra il 1941-1942: scuola, chiesa, uffici pubblici, indirizzati ai contadini non abbienti per spingerli a coltivare terreni lontani dai centri abitati.
Borgo Riena non fu mai completato, e abbandonato nel 1950 e da allora, racconta una leggenda, fu abitato soltanto da tal Totò Militello, condannato all’ergastolo che così evitò la condanna.
COME PARTECIPARE
Per partecipare a Le Vie dei Tesori basta acquisire il coupon per l’ingresso con visita guidata sul www.leviedeitesori.it o negli infopoint allestiti durante il Festival in ogni città. Un coupon da 18 euro è valido per 10 visite, da 10 euro per 4 visite e da 3 euro è valido per un singolo ingresso. Per le passeggiate è previsto un coupon da 8 euro. Per le esperienze, i coupon sono di valore variabile. Consigliata la prenotazione on line.
A chi prenota viene inviata per mail una pagina con un codice QR con giorno/orario di prenotazione da mostrare all’ingresso dei luoghi sul proprio smartphone o stampata. In alternativa, ci si può presentare all’ingresso dei luoghi mostrando la pagina con il codice QR ricevuta via mail al momento dell’acquisto, ma si entrerà solo se ci sono posti disponibili.
I coupon non sono personali e possono essere utilizzati da più visitatori, anche simultaneamente e in posti diversi, fino a esaurimento del loro valore. Nei luoghi disponibili solo ticket da 3 euro.
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